8 MARZO: UNA FESTA CHE GUARDA AL FUTURO
Tra le varie feste simboliche che si celebrano nel nostro Paese e nel mondo spicca certamente l’8 marzo che rammenta ed esalta il ruolo della donna, il suo spirito di sacrificio e la sua conquistata uguaglianza sociale(almeno in termini di diritto) nei confronti degli uomini, accompagnata dalla sua naturale diversità.
I maschi non potranno mai definirsi totalmente uguali alle femmine e le femmine non potranno mai definirsi uguali ai maschi giusta la legge di natura. D’altronde la diversità di carattere strutturale e quasi sempre psico-emotivo, sono utili per completare il genere umano. Un comune cielo diviso in due parti uguali.
Uomini e donne si cercano, si desiderano, si incontrano, si scontrano e i loro interessi a volte confliggenti spesso catalizzano la loro unione e la completa, realizzando un’unica entità dicotomica.
La storia dell’uomo aveva relegato la donna in una figura di secondo piano nell’economia della vita pubblica; la nascita e lo sviluppo economico e culturale hanno messo le basi per superare limiti e pregiudizi arcaici, sopprimendo senza appello pensieri oscurantistici medievali che, letti oggi, sembrano un insulto alla razionalità: “il governo delle donne è una violenza flagrante delle leggi della natura, le quali hanno dato forza, prudenza, armi e dominio agli uomini, escludendo le donne, J. Bodinn”. Fortunatamente altri tempi.
Oggi gli uomini (ma meglio dire il segno dei tempi) soprattutto nel mondo occidentalizzato, riconoscono all’altra metà del cielo capacità, autonomia, ponderatezza, ed una grande forza d’animo anche superiore agli uomini.
Il processo evolutivo è inarrestabile, anche se altre tappe devono essere ancora raggiunte per arrivare al concreto riconoscimento delle donne nella vita pubblica, come rammentano puntualmente i vari Comitati pari opportunità.
Perché se è vero che sono stati fatti passi da gigante negli ultimi decenni, è pur vero che purtroppo ancora tante sono le mortificazioni e le violenze perpetrate nei confronti delle donne nel mondo, tra le mura domestiche o fuori dalle stesse: uomini meschini, gretti, vili e indegni di far parte del ciclo evolutivo della Storia dell’uomo legati in molti casi ad una concezione sub culturale della donna o a tradizioni arcaiche da far rabbrividire lo stesso Bodinn.
La donna deve essere rispettata senza se e senza ma, o meglio deve essere egualmente considerata in tutti i settori della società ed in tutte le società, auspicando che la sua legittima voglia di essere protagonista e la sua ricerca di autoaffermazione e di potere non la trasformi e la riduca a copiare il peggio del retaggio e del comportamento dell’uomo.
La donna è grande e forte per quello che è e per come è, proprio perché appartiene ad una storia diversa.
Se continuerà nelle sue affermazioni sociali ripudiando vetusti schematismi ideali e comportamenti discriminatori propri del mondo maschile, innescando un percorso di carattere sociale alternativo, potrà creare la necessaria interazione con gli uomini dove la positività delle differenze di genere impedendo l’uniformità e l’omogeneità rafforzeranno l’istinto di completamento e di integrazione tra uomo e donna.
La voglia di unirsi nelle differenze, nel massimo rispetto delle eguaglianze sociali, giuridiche ed economiche, avversa alle competizioni oltranzistiche e fine a se stesse, sarà la chiave di volta del nuovo mondo a prescindere dalle ideologie e dalle religioni.