Nazareno 2.0
di Giorgio De Biasi
Pochi giorni orsono avevo scritto che il dato elettorale era importante ma che, ancor più importante era la maggioranza parlamentare determinata dal voto e concretizzatasi con la definitiva assegnazione dei seggi alla Camera ed al Senato.
Atteso che i nuovi inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama devono la rispettiva poltrona ai cittadini che li hanno votati ma, soprattutto, ai Partiti che li hanno candidati e, in particolare, ai Segretari del Partito che li hanno prescelti fra tanti concorrenti, l’assunto tendeva illuminare come le maggioranze e minoranze parlamentari si contraddistinguono per la quantità di riconoscenza e, quindi, di fedeltà dei singoli deputati e senatori ai rispettivi Segretari del Partito.
Dall’assunto si poteva anche desumere che Renzi governava il Gruppo PD alla Camera formato da 111 deputati di cui più di 80 sono decisamente “Renziani” perché a lui devono la candidatura.
Si poteva inoltre comprendere che Berlusconi governava il Gruppo Forza Italia alla Camera formato da 104 deputati di cui oltre 60 sono a lui riconoscenti e fedeli per la loro candidatura.
Queste fedeltà e riconoscenze si sono ben viste ieri e l’altro ieri nelle votazioni per l’elezione dei componenti gli Uffici di Presidenza della Camera ed ancora si vedranno nel prosieguo dei lavori tesi a formare un governo.
Pur dando per scontato che in politica tutto è possibile non possiamo negare che, allo stato attuale della storia, Renzi tiene saldi i Gruppi Parlamentari P.D. mentre l’Intransigenza del M5S mantiene isolata Forza Italia (non più solo Berlusconi) da un eventuale maggioranza governativa M5S-Centro Destra esclusa Forza Italia.
L’autoisolamento del Gruppo PD e l’esilio di Forza Italia ad opera di Di Maio rappresentano una ulteriore difficoltà per la formazione di quel governo che i cittadini si attendono e potrebbero finire per determinare un riavvicinamento del PD ad un centro destra che non può fare a meno di Forza Italia. Il “Nazzareno 2.0” non è dietro alla porta ma non è neppure lontano dal palazzo governativo.
Stamane su molti giornali viene rimarcata l’incostanza del M5S giustificata per lo più dall’esigenza di quel movimento di dare “giornalmente” ascolto ai “suggerimenti” che gli provengono dalla sua rete sempre consultabile.
Questo può essere sicuramente un aspetto ma non è neppure da escludere “seppur apocalittica” un’ipotesi postata da una persona in calce ad un post pubblicato da Realizzare Insieme.
Così scrive la persona che si firma: “É da quando li seguo attentamente, qualche anno, che mi sono convinta che i 5s hanno un abile stratega che li guida: non potrebbero essere arrivati dove sono, senza una strategia. L’accordo con la Lega ora potrebbe servire come stadio successivo al periodo di opposizione. Un periodo di potere parziale, durante il quale assorbire chiunque si allei con loro, col fine ultimo di avere la maggioranza assoluta alle elezioni successive, e poi, niente più elezioni. Avendo questa, come meta finale, le tappe intermedie, che richiedono compromessi e voltafaccia, sarebbero machiavellicamente contemplati ed ammessi. In quest’ottica, l’alleanza con la tanto vituperata lega, ha una sua logica. É un’ipotesi estremamente negativa, ma possibile.”
L’evidente natura apocalittica non basta a dissipare i pericoli insiti in una intransigenza che sin qui il M5S sta attuando ponendosi quale unico e solo riferimento per la ristrutturazione dello Stato Italiano.
Il “Nazzareno 2.0” appare sempre meno lontano.
Giorgio De Biasi