ANCORA UNA VOLTA
di Giorgio DE BIASI
C’era da aspettarselo. Il mandato esplorativo affidato dal Presidente Mattarella al Presidente della Camera FICO si è concluso positivamente ed il Capo dello Stato sembra intenzionato a concedere al M5S ed al P.D. il tempo necessario per riflettere ulteriormente convocando nel frattempo i rispettivi organi dirigenziali che dovranno assumere la decisione di proseguire il confronto o terminarlo.
Ecco che quindi appare la prima sostanziale differenza fra un Partito Democratico che democraticamente ed alla luce del sole si interroga, discute, dibatte e poi decide ed un Movimento 5 Stelle che si affida ad una votazione on-line il cui risultato sarà accessibile e reso noto ai cittadini dai soli dirigenti – ma quali? – del movimento.
Mentre la consultazione della base “grillina” ed il conseguente voto difficilmente possono essere analizzati poiché si conosceranno i numeri complessivi del “Rousseau” ma non le singole posizioni di un dibattito interno che, verosimilmente, si svilupperà solo tra GRILLO, CASALLEGGIO, DI MAIO, FICO e DI BATTISTA, quello che si sta svolgendo pubblicamente in casa DEM merita attente attenzioni ed osservazioni.
La prima riguarda la disinvoltura con la quale “i mangia balaustre”, ovvero i cattolici Franceschini e compagni dell’oratorio, hanno dimenticato tutte le contumelie lanciategli addosso per tutta la durata della legislatura e della campagna elettorale dal M5S. Questi cattolici – solo cattolici perché di comunista non hanno neppure l’unghia del piede sinistro –
dopo essersi sbranati per anni con Di Maio e compagni grillini, ora desiderano ardentemente
fare da stampella a Casaleggio e Grillo sostenendo Di Maio nella sua difficoltosa deambulazione.
Oltre che al personale conosciutissimo interesse di Franceschini d’essere eletto quale Presidente della Camera dei Deputati in sostituzione di FICO passato ad importante Ministero, non si vede altra ragione e men che meno l’interesse dell’Italia che Franceschini e compagni di oratorio non hanno mai fatto.
La seconda osservazione è di natura strettamente politica e riguarda il numero sei seggi senatoriale e della camera che risultano occupati da parlamentari strettamente legati a Matteo RENZI che, era, resta e resterà (con suo enorme piacere) l’ago della bilancia che può fare vincere e fare perdere Di Maio e Franceschini.
Oltre alla questione numerica risulta evidente a tutti (tranne Franceschini e Martina che se lo augurano) che se il PD accettaste di svolgere un ruolo di minoranza in una maggioranza dominata dai pentastellati si condannerebbe ad una veloce estinzione perché, in politica, quando rinneghi i tuoi ideali e accetti di farti distruggere il lavoro che hai compiuto mettendo nelle mani del distruttore il “piccone per demolire” sei finito per sempre.
Ancora una volta, dopo la Margherita, dopo l’Ulivo, dopo Prodi i veri DEM, orfani di Berlinguer, sono vittime di quattro “mangia balaustre, ovvero di persone che vanno alla messa domenicale non per pregare e chiedere aiuto a Padreterno, ma soltanto per capire se in sacrestia o altrove esiste un posto dove accomodarsi.
La Democrazia Cristiana è fina da tempo ma questi ancora non riuscimmo a levarceli di dosso.
Per la politica, quella vera, giusta o sbagliata che sia, c’è da augurarsi che RENZI tenga duro e la spunti nella prossima direzione del 3 maggio.