Sul ruolo del Presidente Mattarella
di Nicola IZZO
Tutto questo clima di esaltazione per la figura del Presidente Mattarella nella vicenda post elettorale mi sembra un po’ esagerato e questo mio sospetto è corroborato dal sostegno senza se e senza ma del solito circolo elitario anti populista.
Sono varie e molteplici, a mio sommesso avviso, le responsabilità presidenziali.
Il Presidente della Repubblica se prima della promulga della legge elettorale, non intuendolo da solo, avesse consultato un modesto istituto demoscopico avrebbe appreso che la legge elettorale, così come era stata approvata dalle Camere, non avrebbe prodotto risultati utili alla formazione di una maggioranza politica.
Qualche malpensante argomentava, già allora, che lo scopo di quella legge era una riedizione del patto del Nazareno in chiave stabile, per lo più motivata dallo stato di necessità.
Ben poteva quindi, sulla base di una reale preoccupazione per la governabilità del Paese, rimandare la legge alle Camere con un motivato messaggio.
Il Presidente che in questa fase politica riscopre e sottolinea le prerogative Presidenziali sa bene , ed è noto a tutti, che tali prerogative sussistono per tutto l’arco del mandato e non solo per periodi in cui accadono eventi “populistici” che gli sono poco graditi.
Non è la sola svista del Presidente: dopo due mesi di produzione di chiacchiere, sta consentendo, senza affidare alcun incarico, quindi sottraendosi a qualsiasi responsabilità di indirizzo per il governo del Paese, un accordo partitico di dubbio conio: le modalità delle trattative in corso ed il dubbio gusto di un alternativa nelle alleanze ( Lega o PD ), sa tanto di lirica da Rigoletto “questa o quella per me pari sono… “ piuttosto che di una consapevole e seria prassi istituzionale.
Emerge, poi, anche una colpevole e timorosa mancanza decisoria che si evidenzia nell’indubbia contraddizione tra il consentire, senza alcun mandato, una trattativa tra partiti apertamente critici dell’Europa, della moneta unica, dell’immigrazione etc. ed i suoi continui richiami ad un europeismo stantio e parolaio.
Detto ciò in modo sintetico, anzi superficiale, mi auguro solo che questa situazione non ci faccia rimpiangere Renzi