LA TASSA DELLE EURO 3
di Nicola IZZO
Qualche giorno fa è apparso, sul blog ufficiale di Nicola Porro, un illuminante articolo dedicato al blocco della circolazione per le auto Euro 3, firmato dal giornalista Luca Telese.
“Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto annunciano di comune accordo (seguite da Roma e Lazio per conto loro) lo stop indiscriminato a tutti gli autoveicoli che fino a ieri circolavano legalmente – spiega Telese –. Numeri incredibili: un terzo del nostro parco auto attualmente circolante (37 milioni di veicoli) è a rischio da subito. Gli euro 4 seguiranno in due anni. Parliamo di 13 milioni di macchine (o furgoni) che non si potranno di fatto più usare, da un giorno all’altro, pena il rischio di una salata e reiterabile multa (80 euro a constatazione) per tutti.”
Si tratta, secondo Telese, di una vera e propria tassa occulta, che, come al solito calerà come una mannaia sulla testa dei più poveri: “Euro 3 – infatti – è la categoria delle macchine (una su tre del parco auto degli italiani!) che presto diventerà il pretesto per una enorme rottamazione coatta. Mentre questa ‘patrimoniale’ indiretta – quotazioni di listino di Quattroruote alla mano – costerà alle famiglie povere un prelievo forzoso che va da mille a quattromila euro a testa (la cifra di valore distrutta dal provvedimento) e una spesa obbligata da cinque a diecimila (quello che serve per comprarmene una nuova). Un capolavoro, una mazzata inferta con la solita burocratica irresponsabilità.”
Così i politici, che da destra e da sinistra, si sono schierati e continuano a schierarsi contro la povertà, introducono un provvedimento che “nel nome di una presunta emergenza ecologica, si fa pagare a tredici milioni di italiani una doppia tassa mascherata, sulla loro condizione economico-sociale, senza che nessun politico dica una sola parola. Senza dibattiti, senza valutare gli effetti.”
Speriamo, che anche su questa materia, il governo cerchi di trovare una soluzione per tutti quelli che non hanno la possibilità di comprare una nuova auto ogni due anni (ma l’obsolescenza programmata non era vietata?) e proteggano i consumatori più poveri dalle furbate pesudoecologiste delle lobby delle auto.