PRESCRIZIONE
di Nicola IZZO
Per principio mettere mano alla legislazione sulla giustizia in modo estemporaneo, affrettato e marginale mi trova del tutto contrario.
Per di più la prescrizione, così come praticata in italia, se da una parte frustra il desiderio di giustizia delle parti lese, dall’altra pone un limite alla lentezza del processo ed alla cialtroneria di molti attori dello stesso.
La prescrizione, in effetti ed in molti casi, non è il frutto di una esigenza del diritto e della giustizia, è piuttosto, una terapia edulcorata che cura le disfunzioni del processo e, come appena detto, la cialtroneria degli attori. Mi aspetterei una riforma più seria che determini la perentorietà dei termini del processo anche per i magistrati, che semplifichi e riduca all’osso le esigenze di notifica, che non consenta la reiterazione delle testimonianze rese nel corso del procedimento, che non consenta al PM, a seguito di esigenze investigative riconducibili a tre pagine di accertamenti, di chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio dopo lustri. In sintesi una riforma che indirizzi il processo verso la sostanza e non la forma. Con questi semplici accorgimenti e poco altro non sarebbe necessaria la prescrizione, verrebbe esclusa dai fatti.