TUTTO È FASCISMO?
di Luciano MENEGHETTI
Proliferano in questo periodo gli articoli di giornale, gli editoriali, i convegni di studiosi, intellettuali, associazioni, che discettano sulle scelte del Governo, in particolare su quelle in materia di sicurezza e immigrazione, giudicandole pessime e questo e’ normale, in un Paese democratico.
C’è chi è a favore del Governo eletto dalla maggioranza dei cittadini e chi e’ contro. Giustissimo.
La cosa ingiusta e ingiustificabile è etichettare tutte le scelte governative a cui ci si oppone come “fascismo”, al fine di delegittimare sul piano etico e democratico la parte politica avversa. E questo è quello che fanno i suddetti giornalisti, intellettuali, associazioni.
A distanza di più di settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, tutta la galassia, soprattutto intellettuale e dell’associazionismo di sinistra, porta avanti la lotta politica con lo strumento della delegittimazione democratica: tutte le idee e le norme che obiettivamente sono di “destra”, secondo le categorie del novecento, per loro sono “fasciste”.
Questa identificazione tra destra e fascismo, storicamente in Italia è sempre stata fatta, ma continuare a riproporla periodicamente quando si è all’opposizione, per sfruttarne strumentalmente il potere evocativo, nel 2018 è francamente inaccettabile.
Innanzitutto perché’ significa dare dei “fascisti” a tutti i cittadini italiani, che sono milioni, che concordano con le idee e le scelte di un Governo che, fino a prova contraria, quegli stessi cittadini hanno eletto democraticamente.
In secondo luogo perché’ anche coloro che gridano al ritorno del fascismo, sanno bene che una cosa e’ il “totalitarismo” fascista e un’altra sono le idee di destra.
Fa comodo continuare per convenienza di lotta politica a identificare le due cose, ma così si immettono continuamente nella società germi di scontro ideologico, forieri di sfociare nella violenza.
D’altra parte non è forse la stessa cosa definire “comunisti” chi professa idee di sinistra?
Smettiamola una buona volta questa sorta di “guerra civile” sotterranea e accettiamo finalmente la dialettica democratica delle diverse convinzioni.
“La penso diversamente da te, ma sono pronto a morire per permetterti di affermare le tue idee”. Se riuscissimo finalmente a mettere in pratica queste parole di Voltaire, l’Italia sarebbe un Paese migliore.
Luciano MENEGHETTI