ATTENTATO DI STRASBURGO: ALTRA DOMANDA DELL’UOMO DELLA STRADA!
di Luciano Meneghetti
Checatt, l’omicida islamico del mercatino di Strasburgo, aveva 27 condanne a carico per vari reati: truffe, rapine, furti, violenze a pubblico ufficiale, ecc.
Tuttavia era libero e cosi’ ha ucciso tre persone e ne ha mandate in fin di vita altre sei.
L’uomo della strada si chiede: ma possibile che le societa’ europee lascino in liberta’ persone che, a prescindere dalle loro convinzioni religiose, con tutta evidenza sono un pericolo per la comunita’?
E attenzione. Aveva 27 condanne per reati per i quali e’ stato scoperto. Chissa’ quanti ne avra’ commessi senza venir individuato.
Allora, dice sempre l’uomo della strada, possibile che una societa’, in nome della liberta’ e della democrazia, si dia delle norme talmente inefficaci da lasciare in liberta’ individui palesemente contrari al vivere civile e che andrebbero resi innocui tenendoli in carcere?
Il problema e’ la disciplina della recidiva.
Ogni reato viene considerato a se’. E siccome, come si fa in Italia, per condanne fino a 4 anni di reclusione non si va in carcere, i delinquenti abituali, a meno che non commettano qualche omicidio, sono sostanzialmente liberi.
Solo qualche volta si fanno brevi periodi in galera, uscendone sempre pronti a ricominciare.
Questo perche’ alla recidiva non viene dato il giusto valore, per tutelare la popolazione.
Solo la Romania ha una disciplina efficace: in caso di recidiva la condanna alla reclusione e’ data dalla somma della pena per il reato commesso aumentata di quella per i reati precedenti. Esempio: se commetto un furto e prendo due anni, al secondo furto prendo i due anni per il secondo furto e altri due anni appunto perche’ e’ il secondo e cosi’ via. E’ chiaro anche l’effetto deterrente di una tale normativa: per esempio al quarto furto rischio otto anni di reclusione.
Capirete che cosi’ uno ci pensa due volte a ricommettere reati e comunque i periodi in carcere diventano molto lunghi, con conseguente tutela della società.