NIENTE DIETROLOGIE
di Giorgio De Biasi
Tutti coloro che hanno svolto attività di Polizia Giudiziaria nelle Forze di Polizia ben sanno quanto sia azzardato attribuire o solamente ipotizzare qualsiasi tipo di responsabilità penale in casi come quello di Notre Dame di Parigi in assenza di precise rivendicazioni.
La prudenza in questi casi non è solo opportuna ma diviene obbligatoria così come il riserbo sule indagini è necessario per poter fornire alla cittadinanza, dopo i primi sommari accertamenti, quelle doverose informazioni riguardanti le possibili cause che hanno determinato l’incendio.
In tale contesto si colloca l’attività della magistratura parigina che ha aperto un’indagine per disastro colposo causato da incendio.
Anche se le indagini, affidate alla Direzione regionale della Polizia giudiziaria, si preannunciano lunghe e delicate poiché ci vorrà del tempo prima che le circostanze di come sia scoppiato l’incendio siano del tutto chiarite, il movente criminale, l’atto vandalico o peggio ancora quello terroristico sono esclusi.
Appaiono quindi quanto meno improvvide talune interpretazioni di commentatori televisivi che collegano l’incendio della cattedrale di Notre Dame a una serie di “atti vandalici” ai danni delle chiese cristiane non escludendo così la natura dolosa del fatto.
Che le Chiese cattoliche francesi siano sotto attacco da parte di estremisti islamici è fatto certo come certo è lo scarso interesse che la Francia, tutta la Francia, nutre nei cattolici che sono una sparuta minoranza religiosa nel Paese.
Ha stupito non pochi osservatori, anche francesi, la scarsa visibilità mediatica che è stata data alla violenza contro gli edifici di culto cattolico.
Statue e crocifissi sono stati distrutti, chiese incendiate, ostie rovesciate sono eventi passati sotto silenzio come quello del 4 febbraio a Houilles, nord di Parigi, quando la chiesa della parrocchia di San Nicola è stata saccheggiata tre volte in dieci giorni. La statua della Madonna è stata distrutta e l’altare ribaltato.
Il 5 febbraio la chiesa di Saint Alain a Lavaur, vicino a Tolosa, è stata data alle fiamme: distrutto il tabernacolo. La stessa chiesa ha subito una profanazione del crocifisso: un 17enne è stato fermato per questo atto ed ha ammesso le sue responsabilità.
Il 6 febbraio a Nimes una chiesa è stata vandalizzata e le ostie consacrate sono state disperse. I vandali hanno anche disegnato croci con feci umane ed animali sulle mura.
A Digione, la settimana scorsa, una chiesa è stata vandalizzata e le ostie sono state gettate per terra.
Sconvolgente anche il rogo della chiesa di Saint-Sulpice a Parigi avvenuto il 17 marzo 2019. Il portone dell’antica chiesa è andato bruciato, ingenti i danni e si sospetta il rogo doloso: al momento dell’incendio c’erano persone nella chiesa.
La polizia indaga e propende per l’ipotesi di bande di criminali. Nel 2017, su 978 atti vandalici, 878 sono stati commessi ai danni di chiese cattoliche.
Affermare oggi che questa situazione di intolleranza religiosa che percorre la Francia possa avere determinato la dolosità dell’incendio di Notre Dame, è quanto mai azzardato.
Ciò che invero offende la cristianità sono le centinaia di messaggi sui social di musulmani felici che il simbolo della cristianità stava bruciando.
Molti sono gli inni di gioia comparsi su Twitter dove noti islamici inneggiavano “Allah è grande” sotto le foto della cattedrale in fiamme. Sullo stesso profilo FB di Al-Jazeera Channel sono in molti ad esultare.
Solo al termine degli accertamenti in corso sarà possibile stabilire le cause del disastro e procedere ad individuare le responsabilità penali.
L’evento ha una doppia sfaccettatura.
La prima rappresenta l’analisi pragmatica e competente del critico d’arte Sgarbi che, dopo averci ricordato che la cattedrale è andata a fuoco ed è stata ricostruita già tre volte, precisa che nulla di “prezioso” è andato perduto e che la chiesa – salva nel suo scheletro – può essere ricostruita come è stato fatto nel passato.
La seconda faccia della medaglia è quella del dolore dei fedeli cattolici che nella notte di ieri si sono riuniti in preghiera sulle rive della Senna.