IMMIGRAZIONE: J’ACCUSE!
di Luciano MENEGHETTI
Come per il famoso articolo intitolato “J’accuse” (io accuso), con cui lo scrittore francese Èmile Zola, alla fine del secolo 19esimo, denunciò la cospirazione istituzionale ai danni dell’ufficiale dell’esercito francese Alfred Dreyfus, accusato ingiustamente di essere un traditore della patria, così gli italiani oggi dovrebbero scrivere un “j’accuse” contro la Chiesa di Bergoglio.
È quest’ultima infatti la responsabile della lacerazione che il popolo di questo Paese, unico in Europa, vive sul problema dell’immigrazione.
Finora infatti la Chiesa non aveva mai smentito le normative vigenti da sempre in tutti i Paesi del mondo, Europa e Italia comprese, in materia di immigrazione, basate sul principio dell'”autorizzazione”.
Entri nello Stato se sei da questo autorizzato.
È questo l’unico caposaldo su cui si può fondare qualsiasi politica di “controllo” o “governo” dell’immigrazione.
Tutte le legislazioni mondiali sono strutturate sulla base di tale principio e tutti i partiti di destra e di sinistra, anche in Italia, non avevano mai messo in discussione questa pietra angolare della normativa dell’immigrazione.
Poi è arrivato questo Papa che negli ultimi dieci anni ha cominciato a mettere in discussione tale principio, fino ad arrivare a dire, come fa oggi, che “la povertà non ha confini”.
È una rivoluzione copernicana della disciplina e della politica in materia.
Se guardiamo agli effetti infatti si nota una diversità tra l’Italia e gli altri Paesi europei.
Mentre all’estero questa posizione della Chiesa è ininfluente sul dibattito politico e sociale, non avendo provocato alcun grosso scossone, in Italia essa sta determinando sconvolgimenti politici ed estremizzazioni delle idee.
Questo perché la sinistra, che aveva sempre mantenuto una posizione analoga alla destra sull’immigrazione, pur con le naturali differenziazioni, quella cioè che essa andasse “governata” in base al principio dell’autorizzazione ad entrare, si è trovata spiazzata e scavalcata a sinistra dal Papa.
Così, dopo che negli anni novanta la sinistra al governo aveva istituito e creato i centri di detenzione per le espulsioni e mandato più volte le navi militari a bloccare i barconi di immigrati partenti dall’Albania, oggi si trova “obtorto collo” a seguire il Papa sulla politica dell'”accogliamoli tutti”.
Pertanto “io accuso” la Chiesa per le lacerazioni, politiche, sociali e morali, che si stanno creando fra gli italiani, anche all’interno delle famiglie.
Lo scontro tra “buon senso” e “morale” determinato dalla posizione irrealistica, aperturista e immigrazionista, senza se e senza ma, del Papa sta lacerando le coscienze
Non ha infatti tutti i torti Repubblica oggi, che titola: “I cattolici ad un bivio. O il Papa o Salvini.”