MOBILITAZIONE IDEALE E COSCIENZA POLITICA
di Giorgio De Biasi
I “grillini” quasi mai. I “comunisti” quasi sempre commentando il risultato elettorale umbro con evidente dispiacere sottolineano che la vittoria di Salvini, Meloni e Berlusconi non inciderà per nulla sulla durata del Governo che, secondo Zingaretti spalleggiato dal cattocomunista Franceschini, deve salvare l’Italia ma, soprattutto, scongiurare il ricorso ad elezioni politiche anticipate che – conti alla mano – impedirebbero l’elezione di un Presidente della Repubblica “di parte” ovvero di un Presidente che, quale espressione della sinistra garantisce la continuità di una democrazia parlamentare “libera” da Salvini ed una collocazione Europea dell’Italia cattocomunista.
Obiettivo teorizzato da Matteo Renzi quale traguardo fondamentale da raggiungersi anche mediante patti innaturali fra le forze che compongono il Governo.
Questa è la verità che anche molti opinionisti confermano perché non possono nasconderla.
Questo è il vero pericolo che corre l’Italia governata da forze politiche che vogliono eleggere un Presidente della Repubblica che anziché rappresentare il popolo nel suo insieme, supporti il loro disegno di “isolare” con ogni mezzo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Certo. Sarebbe una gravissima lesione alla Costituzione se un simile presidente non tenesse conto di un risultato elettorale favorevole alla coalizione di centro destra.
Tale possibilità – anch’essa da scongiurare – obbliga sia la tenuta del Governo Conte e sia il varo di una legge elettorale capace di creare difficoltà alla Lega, a Fratelli d’Italia e a Forza Italia.
Credere che per la sinistra il raggiungimento dei citati obiettivi sia impossibile è come credere che la terra sia piatta e non tonda per queste semplici ragioni:
• il 1923 è lontano;
• l’elettorato italiano è volitivo;
• qualche incidente di percorso può sempre capitare.
Ecco disegnato lo scenario: PD, M5S, IV, e sinistra oltranzista sono arroccati nel Governo come “Castello” da dove resistere e respingere l’urto di una opinione pubblica che, come in Umbria e in Piazza San Giovanni a Roma ha dimostrato di voler scendere in Piazza e andare a votare.
Ma anche su queste “pulsioni popolari” bisogna esser cauti poiché mentre la difesa del “Castello Comunista” può considerarsi agevole, l’attacco al castello è difficile, impegnativo e, se portato avanti sino al 2023, rischia di indebolire e logorare le forze che Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia schierano nel confronto politico.
Questo logoramento potrebbe modificare ogni previsione di vittoria che oggi si ascrive al centro destra o, quanto meno, potrebbe impedire a questo di arrivare oltre il 50% dei consensi elettorali.
Di fronte e dentro a questo scenario spetta al cittadino che ha sin qui espresso la sua fiducia nei partiti gravitanti nell’area di centro destra, decidere se fare parte attiva di quel popolo che vuole eleggere “Il Presidente della Repubblica di tutti” e che vuole impedire ogni e qualsiasi “isolamento” politico.
La decisione non è semplice ed implica un impegno che può anche essere svolto senza avere nelle proprie tasche la tessera della Lega, di Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Questo impegno può essere svolto dai singoli, dalle associazioni di cui ne fanno parte e da organizzazione rappresentative.
Si tratta in buona sostanza di attivare una “MOBILITAZIONE IDEALE” capace di infrenare l’arroganza di chi vuole continuare a governare per assicurarsi l’elezione “pro domo sua”
del Presidente della Repubblica.
Solo una “MOBILITAZIONE IDEALE” può assicurare continuità dell’azione e conseguente successo finale. È ora di decidere.