Ormai da mesi assistiamo all’arroccamento di centro destra e centro sinistra sui rispettivi quadranti dello scacchiere politico nazionale.
Nel mentre nello schieramento di sinistra l’egemonia del Partito Democratico risulta legittimata dal consenso, nello schieramento di destra nessun soggetto politico può rivendicare il ruolo di forza egemone nella coalizione.
Nello scacchiere della politica italiana Forza Italia, M5S, Leu, Italia Viva. Toti, Calenda ed altre forze politiche minoritarie svolgono un ruolo di mero supporto teso più ad acquisire un maggiore consenso da spendere al tavolo delle prossime trattative per l’elezione del Capo dello Stato e per la formazione dei Governi post elettorali del 2023, piuttosto che finalizzato a soddisfare e quindi attrarre – con programmi politici – le esigenze ed il voto di quel ceto medio non barricadiero che a loro guarda identificandoli come forza moderata capace di infrenare le pulsioni di Lega, PD, M5S e Fratelli d’Italia.
Dopo avere proceduto all’arrocco, ovvero alla difesa del RE, centro destra e centro sinistra non hanno esitato un solo istante a posizionare al centro le rispettive “torri” ovvero quei ‘carri da guerra’ capaci di offendere l’avversario.
Mossa dopo mossa, o meglio, accusa dopo accusa lanciate reciprocamente, anche mediante una inusitata veemenza del linguaggio, anziché conquistare consenso per il proprio partito e/o determinare perdita di consenso nel campo avverso, hanno finito per produrre il solo radicamento dell’odio politico reciproco che, pur negandolo, tutti provano.
L’una e l’altra parte, non perdono mai occasione per dimostrarci di essere privi di onestà intellettuale.
Nascono così, in assenza di progetti, programmi e veduta d’insieme della scacchiera nazionale ed internazionale, le più pesanti ed ingiustificate accuse sia d’essere e/o d’aver fatto parte ma anche e soprattutto di non avere abiurato e chiesto scusa dei crimini commessi dal fascismo e dal comunismo.
Si rasenta poi l’incandescenza quando ci si accusa a vicenda d’essere amici o nemici di Cina e Russia, di Orban, di Biden o di Trump, ovvero di mantenere rapporti di interlocuzione politica con altri Stati e con leader.
Dentro a questo clima incandescente non può stupire che ognuno tenti, di conquistare quella quota collinare dove piantare la propria bandiera. Quella bandiera che sempre serve a dividere il territorio occupato dai buoni da quello occupato dai cattivi.
Le lavagne della politica sono ormai divise in due: buoni e cattivi dove i buoni ed i cattivi non sono giudicati tali per le idee che esternano o per le azioni che compiono ma, semplicemente, per la divisa che indossano, ovvero, per il colore rosso o bianco del Re e della Torre (fascisti gli uni, comunisti gli altri, inaffidabili gli uni, squinternati gli altri)
Tutti coloro che non la pensano “come loro” sono reietti. Reietti a cui si deve persino negare i “diritti civili” e quelli costituzionalmente sanciti.
La pandemia ha poi fatto il resto favorendo la divisione sui vari provvedimenti emergenziali assunti di comune intesa dentro al Consiglio dei ministri ma immediatamente criticati, osannati e venduti come vittoria o sconfitta di questo a quell’altro partito.
Donne e uomini di “Realizzare Insieme”.
Noi che siamo 3613 individui pensanti siamo proprio nel mezzo di questo scenario. Siamo nel mezzo del caos istituzionale, senza poter essere difesi da una “ragione” che non esiste più nella testa di coloro che esercitano su di noi il potere della rappresentanza e quello di supremazia che le Istituzioni di cui fanno parte a loro conferisce.
Il perdurare dello stato di emergenza che ha tagliato fuori e umiliato il Parlamento impedisce a coloro che ci rappresentano di svolgere quel ruolo di mediazione mediazione necessario per depennare dalle leggi “il peggio” per iscrivervi “il meglio”.
Oggi, il Coordinamento Nazionale non è qui a dirvi di vestire una divisa politica; non è qui a dirvi di ingrandire le fila di questo o quell’altro partito; non è qui a dirvi di rinunciare democratico confronto né di utilizzare l’insulto e la violenza verbale quale strumento per l’affermazione delle proprie idee.
Oggi siamo qui per invitarvi a scegliere “la ragione”. Quella ragione che espunge il “politicamente corretto”, il “pensiero unico”, la “cancel culture”, la “teoria del gender”, la “modifica del linguaggio”, la codificazione legislativa e penale dei “reati di opinione”.
Noi siamo qui per chiedervi di sostenere quella ragione che si forma nella nostra storia e grazie ad essa, nella nostra cultura e grazie a lei, nella nostra civiltà occidentale e grazie ad essa, nei nostri errori e grazie ad essi, ma soprattutto nella nostra conquistata libertà di pensare quello che vogliamo e di dire quello che pensiamo.
Nello scacchiere dalla politica italiana, della realtà italiana, Realizzare Insieme è una “goccia di pioggia” che si perde nell’oceano della disaffezione generalizzata che tanta gente prova ormai nei confronti della politica.
Ma quelle 600, 650 persone (ed anche, a volte, oltre 1400) che mediamente seguono questo vostro “Realizzare Insieme” ci indicano che quella “goccia di pioggia” cade con continuità: con difficoltà ma con continuità.
Tutto questo è segno di un “ardore per la ragione” che ci spinge “per l’alto mare aperto…oltre le colonne d’ercole.” al fine di cercare il nuovo senza dimenticare chi siamo.
Milano, 3 novembre 2021
IL COORDINAMENTO NAZIONALE DI REALIZZARE INSIEME
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