L’ANPI HA LA CODA DI PAGLIA.
di Luciano MENEGHETTI
Ha dichiarato che è “inaccettabile” che la circolare del Ministero dell’Istruzione diretta alle scuole italiane per l’odierna “Giornata del ricordo” in onore degli italiani assassinati dai partigiani comunisti slavi nelle foibe alla fine della prima guerra mondiale, abbia paragonato quei crimini a quelli commessi dai nazisti ai danni degli ebrei.
Si può discutere se il paragone abbia un valore scientifico, sotto il profilo storiografico, ma ciò che veramente è “inaccettabile” è la ragione della levata di scudi dell’ANPI.
La ragione infatti è la stessa che muove Tomaso Montanari e altri storici, come il famoso storico Alessandro Barbero, intrattenitore e divulgatore principe molto ben pagato, a scagliarsi contro il “giorno del ricordo” per le foibe: esso è stato istituito dal parlamento nel 2004 su iniziativa di un governo di destra (Berlusconi), non perché era giusto, ma perché serviva alla lotta politica, dicono.
Secondo loro, si è voluto fare in modo che ogni anno si ricordasse un eccidio e un crimine dei comunisti, per bilanciare quelli dei fascisti.
E quindi, mettere sullo stesso piano “foibe e “Shoah” come ha fatto il MIUR, per l’ANPI è come mettere sullo stesso piano nazisti e comunisti.
È questo che quelli di sinistra non accettano, anche se lo ha stabilito una delibera del parlamento europeo di qualche anno fa: il fascismo e il comunismo nel ventesimo secolo sono stati due facce della stessa medaglia, il totalitarismo. Entrambe dittature feroci, entrambe ideologie vergognose ed entrambe da porre sullo stesso piano, perché non ritornino.
L’ANPI e quegli storici, poi, sono di fatto “giustificazionisti” perché dicono che le foibe sono comunque una risposta alle vessazioni italiane nei confronti degli slavi commesse durante l’occupazione dell’Istria.
Se dici questo, però, non ti accorgi che anche i nazisti giustificavano la “soluzione finale” del popolo ebraico con le colpe millenarie degli ebrei contro il popolo tedesco.
Se entri in un’ottica di ricerca delle cause dei genocidi di un’etnia, come sono state le foibe e la Shoah, alla fine rischi il “giustificazionismo”, anticamera del “negazionismo”.
Quegli storici e L’ANPI dicono anche: “Se dovessimo istituire il giorno del ricordo per ogni massacro ingiusto commesso da coloro che stavano dalla parte giusta, allora potremmo farlo anche per le bombe atomiche americane di Hiroshima e Nagasaki”.
Questo è un argomento che dimostra l’ipocrisia dei personaggi e della loro ideologia di sinistra: la memoria va bene solo fino a quando si ricordano le malefatte del nemico di destra.
Le bombe atomiche non avevano un motivo etnico, ma solo uno scopo di guerra, come il bombardamento di Dresda contro i tedeschi.
Non sono genocidi di popoli, provocati per scopi etnici, che sono una cosa ben diversa.
Su questi ultimi solo si possono e si dovrebbero istituire giorni della memoria, per ricordare alle nuove generazioni a quali aberrazioni può arrivare l’uomo, affinché non si ripropongano.
Infatti bisognerebbe istituire giorni della memoria anche per ricordare il massacro per fame di 5 milioni di contadini ucraini, i “Kulaki”, ordinato da Stalin e il genocidio di milioni di cambogiani perpetrato dal regime comunista di Pol Pot.
La sinistra la deve smettere di usare la memoria storica solo “pro domo sua” e arrabbiarsi se si tenta di ricordare anche le nefandezze commesse dal comunismo.