MELONI L’EUROPA E WASHINTON
di Giorgio De Biasi
“La Russia non si difende: è un aggressore e va fermato. In tutti i misfatti della storia si trovano sempre degli argomenti che possono spiegare certe tragedie, ma non giustificarle.”
Questo è il sottotitolo dell’articolo di Giuliano Cazzola: “Chi dice “né con Putin né con la Nato” sbaglia di grosso. E mistifica la storia.” pubblicato poco fa su HUFFPOST.
Premesso che la Russia di Putin è un aggressore in armi di uno Stato sovrano e condividendo la comune volontà occidentale di “fermarlo”, si tratta ora di comprendere quali siano gli strumenti idonei a “fermarlo”.
Le sanzioni, pur forti che siano, hanno bisogno di un medio periodo per dispiegarsi sullo scenario mondiale che vede una Russia decisa ad adottare una politica economia e industriale sempre più tesa a produrre autonomamente tutto ciò di cui ha bisogno senza dipendere in alcuno modo da ostili economie estere.
Questa scelta autarchica ove assommata al tempo strettamente necessario per un importante isolamento della Russia sul piano economico e politico consente a Putin di utilizzare il margine di tempo che decorre dalla delibera delle sanzioni al loro concreto dispiegarsi. per consolidare la presenza dell’esercito Russo in territorio ucraino.
Ecco perché il problema non è quello di “fermare Putin” ma, invero, è quello di trovare tempi, strategie e modalità utili “per fermarlo subito” atteso che lui ed il suo Esercito non hanno alcuna intenzione di recedersi dalla guerra prima di avere espugnato l’intera Ucraina ed anche dopo avere sentito dalla viva voce di Zelenskyy che il popolo ucraino non ha alcuna intenzione di arrendersi agli invasori.
La paura degli USA, dell’Unione Europea e della NATO di precipitare dentro l’inferno di una terza guerra mondiale sconsiglia l’ingresso di truppe “difensive NATO” in territorio ucraino mentre il “pannicello” tiepido dell’invio di armamento a Kiev può solo allungare la guerra ma non a fermarla o farla vincere all’Ucraina.
Purtroppo, in guerra, indipendentemente di chi sia la colpa d’averla iniziata, uno solo è l’obiettivo da raggiungere per entrambi i contendenti: “la vittoria”.
Partendo da questa assoluta verità possiamo ora riflettere sull’altrettanto assoluta verità, ovvero quella che vuole che ad una vittoria corrisponda sempre “una sconfitta”.
Questa verità della “sconfitta” dell’Ucraina risulta oggi di fatto accetta dagli USA, dall’Unione Europea e dalla stessa NATO che pubblicamente e realisticamente ammettono che qualora l’esercito Russo procedesse nell’occupazione l’Ucria sarà conquistata.
Ciò che ancora oggi non è previsto dagli USA, dall’Europa e dalla NATO è “LA RESA” ovvero la deposizione delle armi da parte dell’esercito ucraino che, costoro giudicano perdente.
Arrendersi non è però nella mente di Zelenskyy come fermarsi non è in quella di Putin.
Ma entrambi ben comprendono che arrendersi e fermarsi raggiungono un importante e unisco scopo: “impedire la morte di soldati e di popolazione inerme”.
Ormai è inutile nascondere la realtà sotto il tappeto.
Non certo gli USA, non certo l’Unione Europea, non certo Macron la Francia e l’Inghilterra possono attivare un’azione diplomatica capace di fare sedere allo stesso tavolo Putin e Zelenskyy.
Solo un soggetto terzo, estraneo all’occidente ed al tempo stesso autonomamente forte sullo scacchiere mondiale, può svolgere quel ruolo diplomatico capace di fermare la guerra.
La Cina di Xi Jinping può svolgere il compito poiché in grado di dire il suo “alt” sia a Putin che a Zelenskyy avvalendosi della sua enorme influenza sul primo e considerazione del secondo.
Se questo sarà USA, EUROPA e NATO prenderanno uno schiaffo in faccia ma forse ce lo meritiamo o meglio lo merita il nostro silenzio degli ultimi otto anni.
Oggi solo una cosa purtroppo è certa.
Pur di colpire il bersaglio c’è in giro tanta gente che non esita a trasformare il falso in verosimile; il verosimile in vero ma anche il falso in vero per soddisfare le proprie necessità.
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