di Giorgio DE BIASI
Non sono pochi coloro che ieri sono rimasti stupiti dall’intervento che il Presidente del Consiglio Mario DRAGHI ha effettuato a Parlamento riunito congiuntamente per ascoltare il Presidente Ucraino ZELENSKY
che si è rivolto all’Italia.
Sorvolando sulla parte “retorica” del discorso anche perché con il conflitto ancora in atto innescato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non ha bisogno di retorica, è giusto svolgere una sola e seria riflessione sul parere positivo espresso da DRAGHI all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea preannunciando l’invio di armi al governo di ZELENSKY.
Prima di riflettere è però necessario ricordare che sia il parere favorevole per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea nonché la decisione di inviare armi per aiutare il suo esercito a resistere contro quello Russo non possono che essere disposti dall’unica istituzione autorizzata ad esprimerlo: IL PARLAMENTO ITALIANO.
Se sia giusto o sbagliato inviare armi e sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella U.E. non lo può stabilire Draghi ma lo devono dibattere le forze politiche legittimamente elette e presenti nel Parlamento italiano.
Solo dopo un voto favorevole o contrario che sia il Governo deve prenderne atto ed agire in conseguenza.
Prima di allora NO.