di Luciano MENEGHETTI
In questi giorni di guerra sono fioccate le polemiche su un’informazione manipolata, totalitaria, diretta solo a dare un’unica versione della guerra, delle sue colpe e delle sue cause.
Con l’aggravante di tentativi, più o meno riusciti, di ridurre al silenzio i commentatori non allineati alla retorica dell’aggressore e dell’aggredito senza se e senza ma. Senza tentare alcuna analisi delle cause della guerra.
Noi sosteniamo, invece, che sulla guerra in Ucraina ognuno ha il diritto di pensarla come vuole (anche chi vuol dar ragione a Putin) e di esprimere liberamente il suo punto di vista, senza per questo essere bullizzato e nel rispetto dell’art. 21 della Costituzione.
Il pensiero critico non può morire in un mare di conformismo totalitario.
Se poi si osserva che i principali giornali oggi danno resoconti e foto da Mariupol provenienti dal battaglione Azov, noto per essere un reparto dell’esercito ucraino di ispirazione ed idee naziste, si vede come il “pulpito” da cui viene la retorica dei “buoni” è ben lontano dall’essere la verità rivelata.
Il comunicato del battaglione Azov, intitolato “I russi ci hanno rubato la primavera” si conclude così: “Per il nemico nessuna pietà, nessun perdono”.
Affidare anche a questi personaggi la credibilità democratica dell’Occidente è miope e masochista.