di Luciano MENEGHETTI
Non erano riusciti a “silenziare” il prof. Orsini, una delle poche voci contrarie alla politica dei governi europei sulla guerra in Ucraina, con l’accusa di prendere soldi dalla TV per esprimere le sue opinioni, cosa che peraltro fanno molti altri “esperti”.
Lui infatti ha rinunciato agli emolumenti, per poter continuare a parlare pubblicamente.
Ora tornano alla carica montando ad arte una polemica pubblica su una frase da lui detta alla trasmissione di Rai Tre “Cartabianca”.
La frase è: “Meglio bambini vivi sotto una dittatura, che bambini morti sotto le bombe”.
Frase urticante certo, ma solo perché colpisce al cuore il nocciolo del problema della guerra in Ucraina e degli esiti che ad essa si vogliono dare.
In ogni caso, a prescindere dall’essere d’accordo o meno con essa, è di tutta evidenza che la polemica è strumentale a spingere la conduttrice del programma Bianca Berlinguer a non invitare più in trasmissione il prof. Orsini.
Probabilmente il risultato sarà raggiunto, visto che il direttore di Rai Tre si è affrettato a “dissociarsi” dalle parole di Orsini.
Dove sta scritto che le parole di un ospite in trasmissione siano imputabili alla rete televisiva lo sa solo il direttore, ma questo dimostra la strumentalità dell’operazione messa in atto, con tutta evidenza diretta ad escludere Orsini dalla trasmissione “Cartabianca”.
I padroni “politici” del servizio pubblico vanno accontentati, anche nelle loro pulsioni “fascistoidi”.
Tuttavia la notizia ancora più terribile, per chi crede ancora nella libertà di pensiero in Italia, è che l’ENI , alla luce della suddetta frase di Orsini, cesserà il proprio finanziamento all’Osservatorio Internazionale sulla Sicurezza dell’università LUISS, diretto dal prof. Orsini.
Dalle sanzioni agli Stati, ora si passa alle sanzioni alle persone.
Non ci si accorge che cercando di censurare e silenziare i “dissidenti”, ci si comporta come la Russia di Putin in tema di libertà?