di Giorgio De Biasi
Ieri sera dopo la modestissima cena che due pensionati 76enni (io e mia moglie) possono consumare (pastina in brodo di carne) mi sono seduto in poltrona per vedere il TG e le ultime notizie.
Poi ho fatto un poco di “zapping” per vedere qualche bel programma, qualche bel film, insomma per distarmi dopo un intero pomeriggio, di guerra, propinatami da Mentana, dalla RAI, da MEDIASET e da SKI che mi ha reso indigesta la televisione.
Non l’accendo più da una settimana perché non riesco a comprendere quell’astio e quel rancore con il quale tutte le reti, ma anche i quotidiani, condiscono i loro programmi e i loro articoli.
Uguale ieri sera. Dovunque andassi dalla RAI e Mediaset per finire a “Quarto Grado” si parlava solo e solamente di “guerra”.
Tutti ne parlavano scrutando dal buco della serratura ciò che accede nella Russia, ciò che accede a Putin, ciò che può accadere se Putin perde o se Putin vince.
Tutti ne parlavano come se fossimo “NOI ITALIANI” in guerra con Putin, come se fosse l’Europa in guerra con Putin, come se fossero Putin e l’intera Russia in guerra contro al NATO.
E fin qui tutto bene. Tutto lecito e consentito. Tutto rientrante nell’alveo di una comunicazione più tesa a fare valere quelle tante ragioni dell’Ucraina dimenticando quelle poche ragioni della Russia.
Ciò che invece non considero lecito pur riconoscendolo legittimo è “l’astio”, “il rancore” con il quale i giornalisti, gli anchorman, gli ospiti e gli intervistati condiscono il loro dire e il loro scrivere su Putin e sulla Russia.
Ma da dove nasce tanto astio e tanto rancore verso Putin e la Russia?
Ma perché tanto rancore e astio si deve riversare su coloro che pur non essendo amici di Putin e della Russia tentano di rappresentare le “POCHE” ragioni del Presidente russo e della Russia?
Insomma, un’intera serata dedicata da quasi tutte le reti alla “guerra” con la ripetizione continua di filmati e reportage già proiettati mille volte e mille volte visti dal pubblico italiano.
Un’intera serata dove “l’astio ed il rancore” hanno dominato sulla ragione, sul dovere di fornire un’informazione pur di parte ma “equilibrata” ovvero, scevra dall’astio e dal rancore.
È allora, alle ore 21,45 di ieri 23 aprile 2022 io Giorgio De Biasi, nato nel febbraio del 1946 a Milano quando le macerie della seconda guerra erano ancora visibili, reduce del dopo guerra e della ricostruzione, “MI SONO ARRESO” ed ho scelto di guardare “L’ISOLA DEI FAMOSI”.
Purtroppo, RAI, MEDIASET, e gran parte dei quotidiani ancora non hanno compreso che otto ore filate di guerra stanno trasformando il conflitto ucraino-russo in una terribile “fiction” che, cosa incredibile, alterna le immagini di morte, i discorsi di morte e di odio, con “PUBBLICITÀ” di cibi e bevande che tanto mancano al popolo ucraino.
Ieri, alle ore 21,45 del 23 aprile 2022, non potendone più mi sono arreso all’ISOLA DEI FAMOSI.