Realizzare Insieme
Gentile Dottoressa fra poco più di un mese l’Italia dovrà approvare o bocciare i referendum sulla giustizia e proprio ieri 26 aprile 2022 la Camera dei deputati ha approvato con 328 voti favorevoli e 41 contrari la riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e della legge sull’ordinamento giudiziario, nel testo licenziato dalla Commissione Giustizia lo scorso 14 aprile., legge sulla quale chiederemo il suo parere in seguito poiché ora Realizzare Insieme reputa opportuna fare conoscere ai propri iscritti i quesiti dei referendum.
Pertanto, da subito le chiediamo di parlarci del primo referendum ovvero quello sui “CONSIGLI GIUDIZIARI”
Elisabetta FEDEGARI
La Corte ha dato via libera al referendum sulle funzioni da riconoscere ai consigli Giudiziari nella loro composizione completa anche con membri laici.
La questione è molto importante ed ha a che fare con il potere di valutare la professionalità e la competenza dei magistrati. Il Csm esercita tale potere e lo fa sulla base di valutazione dei Consigli Giudiziari, organismi territoriali composti in parte da magistrati ed in parte da avvocati e professori universitari in materie giuridiche, che formano la c.d. componente laica.
Nell’attuale sistema normativo, la componente laica è esclusa dalla discussione e votazione delle decisioni del CSM che riguardano la competenza dei magistrati.
Il referendum abrogativo consentirebbe, in caso di vincita del Si, ad ammettere alla discussione ed al voto anche i membri laici.
Sul tema, riferisce il Presidente della Consulta, il Governo ha preparato un maxiemendamento che otterrebbe però solo la partecipazione alla discussione dei membri laici ma senza diritto al voto.
Il tema della partecipazione degli avvocati alle valutazioni di professionalità dei magistrati tiene inquiete le toghe. Non che l’avvocatura non sia già presente nei Consigli giudiziari e, attraverso le designazioni parlamentari, anche all’interno dello stesso Csm. Ma finora – a livello locale – gli avvocati erano stati tenuti fuori da un recinto così delicato come quello eretto dalla corporazione quando si tratta di dare una pagella di merito ai giudici e ai pubblici ministeri. Sia il quesito referendario che la riforma Cartabia in discussione in Parlamento intendono allargare le maglie di questa partecipazione e la cosa agita la magistratura in modo praticamente trasversale tra tutte le correnti dell’Anm, anche perché si accompagna all’idea di creare vere e proprie pagelle a punti con cui pesare la professionalità delle singole toghe.