di Luciano MENEGHETTI
La Ministra delle Pari Opportunità Binetti ha detto che “quello che è accaduto è gravissimo e inaccettabile per uomini che dovrebbero difendere lo Stato”.
La deputata PD Moretti ha dichiarato che “le molestie denunciate dalle donne durante l’adunata degli alpini è il frutto della sub-cultura machista e sessista degli alpini”.
Queste sono solo un estratto delle contumelie che in queste ore una parte della politica sta riversando sul corpo degli alpini e di tutti i partecipanti (circa 80.000) alla loro adunata annuale di Rimini.
È evidente, per chi conosce un po’ come funziona la “macchina del fango”, che siamo di fronte a una ben pensata e orchestrata a freddo manovra politica contro l’adunata degli alpini, che una parte politica ben nota ha sempre visto male, come espressione di una cultura “patriota” maschia e un po’ “fascista”.
Che sia un’attacco premeditato contro l’adunata degli alpini per motivi di bassa politica, è dimostrato dal fatto che l’associazione femminile “Non una di meno”, che ha fatto scoppiare il caso, ha diffuso la notizia delle presunte denunce di donne che sarebbero state molestate, gia la sera del venerdì, primo giorno dell’adunata.
Ad oggi risulta ufficialmente una sola denuncia penale alle Forze dell’Ordine di una ragazza che dice di essere stata strattonata da tre uomini, che le avrebbero rivolto battute di natura sessuale. Denuncia, la cui veridicità è ancora in via di accertamento.
Questo è tutto, in questo momento, sull’unico piano che conta: quello penale.
Tutto il resto è propaganda cultural-politica di quel mondo che ha sempre visto in cattiva luce l’adunata degli alpini e che ha deciso quest’anno di scatenare l’attacco, sul piano “sensibile e politicamente corretto” della difesa delle donne.
Piano su cui la difesa è quasi impossibile per i poveri alpini: se affermi pubblicamente e i politici gli danno credito, che centinaia di donne sono state molestate, il fatto che le centinaia di denunce a Polizia e Carabinieri mancano, non conta.
La “macchina del fango” ha già raggiunto il suo scopo “politico”: affossare l’immagine dell’adunata annuale degli alpini e i suoi “valori”.
La notizia è quella e l’opinione pubblica l’ha introitata: gli alpini sono dei satiri infoiati e un po’ “fascisti”, che messi insieme sono una massa pericolosa.
La stroncatura sul piano politico-culturale è servita. Lo scopo della politica è raggiunto.
Tutti si ricorderanno questo, anche se nessuno verrà condannato di nulla.