di Luciano MENEGHETTI
È notizia di oggi che la Lituania ha vietato alla Russia di passare, come ha fatto finora, per il suo territorio per raggiungere l’enclave russa di Kaliningrad.
Si tratta, quasi, di un atto di guerra, perché, impedire o rendere, comunque, difficile a uno stato portare merci e beni a un suo territorio per permettergli di sopravvivere, è un “blocco” e il “blocco”, anche per il diritto internazionale è un atto di guerra.
Tuttavia, la cosa più grave è che Kaliningrad è la più importante base militare russa a est ed è anche il porto dove staziona la flotta russa del Mar Baltico.
Alcuni dicono che in essa siano posizionati anche missili nucleari puntati sull’Europa. Bloccarla significa obbligare la Russia a “liberarla” in qualche modo.
Come mai la Lituania si è permessa di prendere una decisione così pericolosa?: perché ha l’ombrello della Nato.
Essendo membro Nato, da uno “schiaffo” in piena faccia alla Russia in quanto scommette che questa non reagirà, per non provocare l’olocausto nucleare.
Questa provocazione della Lituania è la plastica dimostrazione che la Nato, da alleanza militare difensiva è diventata solo un’alleanza militare e basta, in cui i suoi membri, sentendosi forti dell’appoggio degli altri, si permettono di adottare iniziative di aggressione verso altri stati.
La vicenda dimostra anche un’altra verità: estendere la Nato ai paesi dell’est, che, storicamente, hanno un “atavico” e secolare odio verso la Russia e i russi (non solo per il periodo oppressivo dell’Unione Sovietica), è stato un errore strategico e geopolitico enorme degli Stati Uniti, errore, che, per la sua pericolosità, rischia di portare il mondo alla distruzione.