La notizia che il popolo cileno ha rigettato, con il 62% dei voti contrari, la nuova Costituzione elaborata dall’assemblea costituente, è una notizia che rialza il morale e l’apprezzamento per le capacità di valutazione di un popolo.
I cileni erano chiamati ad approvare o a respingere, con referendum, la nuova Costituzione elaborata per sostituire quella di Pinochet.
Il guaio è stato che la nuova Costituzione era stata preparata da una assemblea costituente di “sinistra”, fotografia del governo attualmente al governo in Cile.
Il risultato era stato un insieme di norme (quasi 400) ideologiche, pasticciate, confuse, incomprensibili, che dicevano tutto e il contrario di tutto. Il DNA del problema della sinistra: voler essere “inclusivi” e “uguali” in tutto, si riduce alla “confusione al potere”.
Il popolo cileno lo ha capito e piuttosto che andare nell’abisso con una Costituzione “distruttiva” dello stato, hanno preferito tenersi quella di Pinochet, anche se due anni fa avevano votato all’80% per cambiarla.
Probabilmente il Cile, come nel 1973, sarà, con questa vicenda, un laboratorio per il mondo.
Come nel 1973, con il colpo di stato fascista di Pinochet provocato dagli Stati Uniti, il Cile fece capire a Berlinguer e al mondo che in Occidente la democrazia è sotto scacco del volere americano, così oggi la bocciatura della Costituzione di “sinistra” cilena, farà capire al mondo che il velleitarismo, l’utopismo, l’ideologia del politicamente corretto inclusivo a tutti i costi della sinistra mondiale, ci sta portando al disastro.
P.S.: l’assemblea costituente cilena era stata composta dal 50% di maschi e dal 50% di femmine, a prescindere dal merito e dalle competenze individuali, per rispettare il principio di “sinistra” dell’uguaglianza di genere. Già solo per questo era destinata a fallire.
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