Guardando i talk show condotti da abilissimi anchorman che utilizzano il tema dell’immigrazione con il solo fine di “picconare” il governo in carica, è possibile – anche se difficile per i non addetti ai lavori – comprendere una verità che viene deliberatamente nascosta da costoro ma che è stata ben evidenziata dal Presidente del Consiglio quando ha detto che le persone accolte selle navi ONG sono “migranti” e non “naufraghi”.
Dichiarazione che ha scatenato una tempesta di “picconate politiche” che non trovano alcuna giustificazione se non quella di “far passare” per naufraghi quelle persone che, in invece sono solo “migranti”.
A questi abilissimi conduttori che non sanno neppure quale sia la differenza di status che contraddistingue i profughi ed i migranti dai naufraghi, sarà bene spiegare una semplice verità.
Dicesi “NAUFRAGO” la persona che ha subito un “NAUFRAGIO” ovvero che è stato coinvolto in un sinistro consistente – nel nostro caso – nella perdita della nave o del battello sul quale era imbarcato.
Atteso che molteplici sono le motivazioni che inducono una persona ad imbarcarsi e che:
• una di queste dipende direttamente dal lavoro svolto sulla nave o sul battello;
• una di queste è ascrivibile al desiderio di una persona che, trovandosi in un luogo da lui giudicato per sé stesso “insicuro”, abbandona la propria residenza e/o il proprio paese per “RIFUGIARSI” in un luogo sicuro;
• una di queste è determinata dal desiderio di una persona di “MIGRARE” verso paesi che offrono l’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita;
è possibile affermare che la scelta di “salire a bordo” è sempre personale, libera e determinata dalla propria volontà, fatta salva la salita a bordo per il “naufragio” della nave o battello su cui si era imbarcati.
Fatta questa premessa è possibile tornate ai nostri anchorman e tentare di spiegare loro:
• che tutte le persone che volontariamente (volontariamente anche perché pagano il viaggio) salgano a bordo di gommoni, barchini e rottami di barche ben sanno che hanno una alta, ove non altissima, probabilità di vedere “naufragare” quel natante sui cui volontariamente sono saliti;
• che tutte le persone che volontariamente salgano a bordo di gommoni, barchini e rottami di barche per sfuggire alla guerra o per accedere a migliori condizioni di vita, hanno un’altissima probabilità di trasformarsi da “RIFUGIATI O MIGRANTI” in “NAUFRAGHI”.
Orbene, questa durissima realtà, come fa a non convincere i nostri nostrani anchorman che i “passeggeri” delle navi ONG non sono “NAUFRAGHI” ma “MIGRANTI” che, per effetto di una loro libera decisione sono diventati “NAUFRAGHI VOLONTARI” nel momento in cui si sono imbarcati su di un naviglio che loro ben sapevano ad alto rischio di naufragio. Bene conoscevano il pericolo e bene lo hanno ignorato anche sottoponendosi al “criminale ricatto” del pagamento in contanti dell’imbarco alla criminalità organizzata straniera e italiana.
Ecco perché sarà bene che, d’ora in avanti, tutti coloro che volontariamente vanno incontro alla morte siano chiamati “PERSONE” perché di “PERSONE” trattasi.
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