Da domani e per molti mesi leggeremo, sui giornaloni del pensiero unico e del politicamente corretto, dotti articoli di eminenti dottori costituzionalisti, professori universitari e giornalisti che tutto sanno e tutto capiscono che – in coro univoco tra loro – tenteranno di smontare la riforma costituzionale che il Governo Meloni ha sottoposto all’esame del Parlamento al fine di introdurre il “premierato” ovvero l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri o, come si voglia, “Premier o Primo Ministro”.
Questi “soloni”, che pensano di possedere nella loro testa il metodo infallibile di rimettere a posto situazioni difficili o compromesse, salteranno fuori dai loro scranni bibliotecari urlando il pericolo di attentati alla Costituzione, alle prerogative del Presidente della Repubblica ed a quelle del Parlamento.
Premesso che costoro insegnano, scrivono articoli, predicano dalla cattedre universitarie e pubblicano libri da oltre 40anni senza trovare quella “quadra” che assicuri quella stabilità di governo da sempre invocata come necessaria e indispensabile, chiacchierano e scrivono con un linguaggio ed una calligrafia assolutamente incomprensibili non solo al popolo ma anche a deputati e senatori che dovranno discutere la riforma.
Nessuno di costoro e primi fra tutti le “immense penne” dei giornaloni – quelle della “lectio magistralis” sempre pubblicata in prima pagina di spalla a sinistra – non hanno compreso e difficilmente lo comprenderanno che questa riforma non è come quella tentata dapprima da Berlusconi-D’Alema e poi da Renzi sia perché, questa, può essere approvata dal Parlamento senza passare da referendum popolare ma soprattutto perché la proposta dell’elezione diretta del capo del governo ( ma anche quella del capo dello Stato) sembra piacere alla maggioranza del popolo così come attestano i primi sondaggi in materia.
Orbene questi “soloni” ancor prima di spremersi le meningi farebbero bene a ”restare zitti” e lasciar fare a chi ha la titolarità di approvare o respingere la proposta di modifica costituzionale avanzata dal Governo.
Non è il Corriere della Sera, Repubblica, la Stampa, il Mattino ecc. ecc. così come non sono le Università titolati a decidere nel merito.
Hanno dalla loro il solo compito che la democrazia concede: ovvero il compito di informare la cittadinanza sull’andamento dei lavori parlamentari e/o se lo ritengono doveroso e opportuno schierarsi sostenendo quelle forze politiche favorevoli o contrarie alla riforma.
Agli Italiani sembra non dispiacere l’elezione diretta del Premier anche perché si preferisce scegliere la donna o l’uomo anziché sbarrare il simbolo di quel partito dietro al quale si nasconde il nome di colei o colui al quale affidare, non dal popolo con il voto, ma dal Presidente della Repubblica, la responsabilità di governare.
Il popolo non ha bisogno del consiglio dei “soloni” perché il popolo ha già coloro i quali legittimamente lo rappresentano alla Camera dei Deputati ed al Senatore della Repubblica.
La modifica costituzionale proposta “carica sulle spalle” di Deputati e Senatori un’enorme responsabilità poiché, questa volta, non si dibatte per conquistare un trofeo politico ma per disegnare una nuova Repubblica.
Questi soloni, pur nella loro libertà di esprimere un giudizio di merito ed anche in quella di schierarsi in favore o contro, trovino il coraggio di farlo politicamente senza nascondersi dietro a elucubrazioni tecniche, culturali. scientifiche o giuridiche che non interessano al popolo.
E’ quindi dovere di tutti lasciare lavorare in pace il Parlamento perché è solo in quella sede che le decisioni più importanti debbono essere assunte nel suo piena, totale responsabilità del potere di rappresentanza che il popolo assegna ai suoi Deputati e Senatori con il voto.
Lasciamo a loro il compito di approvare o respingere, fidandoci di loro.
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