Detto del doveroso e sincero plauso ai due papà, quello di Giulia e quello di Filippo, per l’atteggiamento davvero dignitoso che hanno mostrato nella tragedia che li ha colpiti, mi permetto una breve riflessione a seguito di tutti i programmi televisivi, i dibattiti che si sono succeduti (e ancora si succedono) dopo la violenta uccisione di Giulia da parte di Filippo. Si parla di frutto del patriarcato, di crimine di Stato che non protegge le donne e di imperante mentalità maschilista. Si sta così innescando una guerra, francamente inutile oltre che insensata e odiosa, tra maschi e femmine. Gli esperti, quelli veri, parlano, nella sostanza, di incapacità da parte di Filippo di accogliere e accettare una sconfitta. Personalmente penso sia, questo, un rischio che tutti abbiamo corso nella vita e che sia un rischio inevitabile anche in futuro. Oggi, tuttavia, diventa più pericoloso a causa di una sempre maggiore incapacità di educare, anzitutto nella famiglia, alla rinuncia, al sacrificio, al dono di sé gratuito e incondizionato. Oggi non si comprende quanto siano positivi e necessari per la crescita della persona i “no” detti a tempo opportuno anche se costano fatica a chi li pronuncia e a chi ne è oggetto. Allora, mi sia permesso di dire che tutti coloro che continuano a bersagliare le nuove generazioni (ma non solo) con un asfissiante appello ai diritti, senza mai nominare i doveri, contribuiscono a far credere che lo scopo della vita, e quindi la propria realizzazione, stia nella conquista dei diritti, troppo spesso confusi con i desideri personali. E qui scatta la possibilità della tragedia: perché se una persona vive confondendo i propri desideri e bisogni con i diritti, arriverà a pensare di aver diritto non solo alla vita, al lavoro, all’istruzione, alla salute (diritti inalienabili e non negoziabili), ma anche ad avere la macchina più bella, ad essere sempre promosso/a, a frequentare la persona sempre sognata (buona, umile e magari sottomessa…), ad ottenere un figlio a tutti i costi e con qualsiasi mezzo… E se una persona mi impedisce di raggiungere questi obiettivi che, grazie alla tambureggiante propaganda attuale mi convinco siano diritti irrinunciabili, io giungo perfino ad eliminare chi me lo impedisce. Che sia il caso di fare tutti un bell’esame di coscienza e magari rispolverare i doveri, che sono l’altra faccia della stessa medaglia?
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