DUE BATTAGLIE DI RETROGUARDIA
di Giorgio DE BIASI
Le battaglie che una magistratura di sinistra sta conducendo contro la Lega sia con l’attesa sentenza del 5 settembre dove il partito potrebbe scomparire se condannato dal riesame sui fondi e sia con l’iscrizione nel registro degli indagati del suo leader SALVINI per la vicenda Diciotti, più che legittime iniziative giudiziarie appaiono e sono due battaglie di retroguardia condotte da un esercito – quello della sinistra – che, non sapendo analizzare la sconfitta elettorale e non avendo cognizione di cosa fare per rimediare, sta tentando in tutti modi, ivi compresa la via giudiziaria, di arginare un’avanzata che sta conquistando il consenso di gran parte dell’elettorato italiano.
La storia insegna che le battaglie di retroguardia per essere efficaci devono consentire allo sconfitto il tempo necessario per individuare la località dove fissare quella linea di resistenza capace di infrenare l’avanzata dell’avverso esercito.
Questa località; questo terreno politico dove fissare la proletaria bandiera di una sinistra divisa al suo interno ed incapace di trovare rifugio in una politica coerente con i tempi che viviamo, Martina, Boldrini, Renzi e tante altre “magliette rosse” non l’hanno ancora individuata.
Nel frattempo – anche con sentenza sfavorevole della magistratura genovese – SALVINI avrà il tempo di costruire il soggetto politico che prenderà il posto della ex Lega partendo da un consenso che è strutturato su tutto il territorio italiano con una infinità di Sezioni che si ramificano dal “rione” del quartiere, alla zona della città, alla città, alle provincie ad alla regione.
L’OPA che Salvini lancerà al rimanente centro destra per la formazione di un unico soggetto politico da lui guidato è già attesa oggi a braccia aperte da moltissimi deputati e senatori di Forza Italia che, al pari di coloro che hanno votato Berlusconi, non credono più nella politica svolta dal partito.
La stessa iniziativa della magistratura sulle vicende della nave Diciotti appare fragile sia sotto l’aspetto puramente tecnico-giuridico – come ha fatto recentemente osservare un magistrato preparato quale è NORDIO – ma soprattutto sotto l’aspetto politico poiché un rinvio a giudizio e/o al parlamento per gli atti di competenza farebbero emergere nel paese un generalizzato consenso su SALVINI con il conseguente ricorso a manifestazioni di piazza organizzate e condotte da una forza politica, strutturata sul territorio, che rivendica il legittimo operato del proprio leader.
Resta fuor di dubbio che queste due battaglie di retroguardia si consumeranno lasciando sul terreno guai e dolore a partire da uno “spread” elevato, da una incertezza economica che induce al ritiro del risparmio, ad un acquisirsi del dibattito politico e non da ultimo ad una campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo 2019 condotta senza esclusione di colpi.
Parlando ti tutto questo con un caro amico ci domandavamo che cosa poter fare – nel nostro piccolo – per aiutare questa nostra Italia verso il cambiamento che tutti vogliono e si aspettano.
Mi ha risposto: “Ma cosa vuoi fare amico mio noi siamo inutili in questi tempi, abbiamo troppi principi, troppe coerenze, questi son tempi per maghi e ciarlatani”
Ma verrà il tempo in cui i principi e le coerenze avranno ragione sui maghi e sui ciarlatani. Sta a noi abbreviare quel tempo.