BOSSI – RENZI – MA SOPRATTUTTO CONTE
di Giorgio DE BIASI
L’odierna giornata politica ha tracciato una linea netta tra “ieri” e “domani” di questa nostra magnifica Italia.
Giunto al più alto esame istituzionale il neo-governo, con il suo primo ministro ed i suoi ministri si è presentato al Paese dall’aula del Senato della Repubblica chiedendo quella fiducia che già gli aveva concesso il consenso popolare dapprima alle urne del 4 marzo e successivamente con la firma del “Contratto di Governo” ratificato dalla base del M5S e LEGA.
Atteso che la “fiducia” era data per scontata, tutta l’attenzione della politica, dei media, dei commentatori ma anche e soprattutto dei cosiddetti “mercati” era rivolta verso il Professore Giuseppe CONTE dal cui dire si poteva (si sarebbe potuto) comprendere se fosse un “primius inter pares” o semplicemente un portavoce dei due leader Salvini e Di Maio.
Ebbene, checché se dica, il Prof. CONTE – non tanto nell’illustrazione del programma – ma soprattutto nella replica ha evidenziato, a mio avviso, sicurezza, competenza, preparazione politica e capacità di “governance” che fa bene sperare in una buona funzionalità dell’organismo istituzionale che deve governate l’Italia.
La sua formazione accademica ha reso lineare il suo pur lungo intervento mentre la capacità di sintesi nella replica ha evidenziato una forte “autonomia” dai due Vicesegretari.
Ci si aspettava dall’opposizione interventi di alto livello politico specie in tema di economia, giustizia, immigrazione, pensioni e previdenza.
Ebbene, pur restando incollati alla diretta televisiva, non sono stati ascoltati interventi di alto livello, capaci di “pungere” con efficacia il Governo al fine di rappresentare gli interessi di quell’elettorato che la minoranza rappresenta.
Politicamente inconsistente l’intervento dell’ex Presidente del Senato GRASSO, “il mestiere” ha salvato Ignazio LA RUSSA mentre gli interventi degli altri Senatori non meritano menzione.
Due sole eccezioni rendono il dibattito interessate.
L’intervento accorato del mai domo Senatore Umberto BOSSI che entra a “piedi uniti” su pensioni e reddito di cittadinanza. Avvertendo Conte sui pericoli di una deriva del nord sul delicato tema del reddito di cittadinanza tutto siglato sud e sulla necessità di adeguare i termini dell’aspettativa di vita alla riforma della Fornero, BOSSI sollecita il Governo, da “grande politico”, a prestare estrema attenzione a questi due aspetti di “Contratto di Governo.
Poi a sorpresa, ma non tanto, interviene Matteo RENZI che con grande abilità politica praticamente si candida quale “timone” di una spenta opposizione ma anche quale leader di quel Partito Democratico che, sempre non ha caso, ha lasciato a Renzi lo spazio necessario per svolgere – con Bossi – uno dei due unici interventi politici degni di rilievo.
Mi sento di concordare col dire di Renzi quando invita sia DI MAIO che SALVINI a correggere il modo di esprimersi ricordando ai due che non sono più in campagna elettorale e che, ora, essi sono importanti rappresentanti dello Stato Italiano.
Poi le dichiarazioni di voto hanno registrato l’ira di Forza Italia, l’attendismo di Fratelli d’Italia ed il nulla della sinistra.
Al termine di una importante giornata il Parlamento, ovvero il Senato della Repubblica, ha dato quella fiducia e quella legittimità che consentono a CONTE di governare per raggiungere quegli obiettivi che il “Contratto” ha individuato e che i cittadini ora si attendono.
Ora è giusto lasciare che il Governo compia la sua funzione politica sostenendolo nelle azioni condivise e sollecitandolo laddove dovesse rallentare.
Domani molti commentatori autorevoli diranno la loro sui quotidiani importanti entrando anche nel merito delle singole problematiche.
Non avendo le loro capacità di analisi e sintesi io mi astengo da “simil difficil” compito ma facendo ricorso alla mia seppur scarsa capacità di correlarmi psicologicamente con gli uomini e le donne della politica devo dire che questa giornata possa così sintetizzarsi: BOSSI – RENZI ma soprattutto CONTE che è il solo “vincitore” ed è una persona alla quale mi sento di poter concedere la mia fiducia.
Ore 20,40 Conte ottiene fiducia Senato con 171 sì.
Avanti così.