Elezioni del 4 marzo 2018
COME SI VOTA
Alle Elezioni Politiche 2018 siamo chiamati a scegliere i 630 deputati e i 315 senatori che dovranno rappresentarci a Montecitorio e Palazzo Madama con un nuovo sistema elettorale, il Rosatellum, che prevede l’elezione dei parlamentari:
- per la Camera circa due terzi (il 64% dei seggi) vengono assegnati con un metodo proporzionale in collegi plurinominali;
- per l’altro terzo (il 36% dei seggi) attraverso invece il metodo maggioritario e collegi uninominali.
Dunque, per quanto riguarda la Camera, è prevista l’elezione di 232 onorevoli in collegi uninominali (di cui 6 in Trentino Alto Adige, 2 in Molise e uno in Valle d’Aosta), di 386 deputati in piccoli collegi plurinominali e di altri 12 nella circoscrizione Estero.
Per quanto concerne invece il Senato, è prevista l’elezione di 109 senatori in collegi uninominali (di cui 6 per il Trentino Alto Adige, uno per il Molise e uno in Valle d’Aosta), 200 nei collegi plurinominali e altri 6 nella circoscrizione Estero.
Nei collegi uninominali, quelli in cui vale il metodo maggioritario, viene eletto in Parlamento il candidato che ottiene un solo voto in più degli altri. Nei collegi plurinominali i seggi vengono attribuiti proporzionalmente ai voti ottenuti da ciascun partito o coalizione e i candidati risultano eletti secondo l’ordine di presentazione in lista.
I candidati possono presentarsi in un solo collegio uninominale e in più collegi plurinominali (in questo caso fino a 5 collegi) e possono presentarsi sia in un collegio maggioritario che in un uno o più collegi proporzionali (ovviamente sempre con il limite di 5). Se il candidato risulta vincitore sia nel collegio uninominale che in uno o più collegi andrà ad occupare il seggio del sistema maggioritario. In caso di successo in più collegi della parte proporzionale, invece, conquisterà il seggio che corrisponde al collegio in cui la sua lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.
Le liste del proporzionale sono bloccate: gli elettori non possono esprimere una preferenza, vicino al simbolo trovano un breve elenco di candidati, da 2 a 4. Sono previste quote di genere nella parte maggioritaria. Nessuno dei due sessi nei collegi può essere rappresentato al di fuori della soglia del 40/60%. Lo stesso vale per i capilista dei listini bloccati nella parte proporzionale. Nelle liste bloccate è prevista anche un’alternanza di genere, donna-uomo o uomo-donna.
Il Rosatellum prevede le coalizioni. Ciò significa che diversi partiti, diverse liste, nel collegio uninominale possono aggregarsi per sostenere un unico candidato. Anche in caso di coalizione però le liste competono singolarmente nella parte proporzionale.
È vietato il voto disgiunto: non si può votare uno dei candidati nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale.
È prevista anche una soglia di sbarramento nazionale del 3% per le liste nel proporzionale, sia per la Camera che per il Senato. C’è poi una soglia al 10% per le coalizioni, e in questo caso almeno una lista deve aver superato il 3%. Un caso diverso è quello delle minoranze linguistiche, per le quali è prevista una soglia al 20% nella regione di riferimento.
Con il nuovo sistema si vota con un’unica scheda elettorale per la Camera e un’unica scheda elettorale per il Senato.
Per quanto concerne il collegio uninominale, ovvero la parte maggioritaria, sotto il nome di ogni candidato alla carica di deputato o di senatore sono indicate le liste a lui collegate.
Su ognuna delle due schede l’elettore indica la sua preferenza sia per la parte proporzionale che per la quota maggioritaria.
L’elettore può esprimere il proprio voto in due modi:
- tracciando un segno sul simbolo della lista (in questo modo la preferenza si trasferisce anche al candidato nel collegio uninominale sostenuto dalla lista)
- tracciando un segno sul nome del candidato nel collegio uninominale. In questo secondo caso si il voto si trasferisce anche alla lista se il candidato è sostenuto da una sola lista.
Se invece il candidato è sostenuto da una coalizione il voto viene distribuito tra le liste che lo sostengono proporzionalmente ai risultati in quella circoscrizione. Ovviamente il voto è valido anche se l’elettore decide di tracciare due segni, uno sul candidato e una sulla lista o una delle liste a suo sostegno.