DISSENSO POPOLARE
di Giorgio De Biasi
Superato il periodo di “massima tensione” derivante dalla rinuncia di Conte proviamo a ragionare, per un solo attimo, sulle affermazioni fatte da DI MAIO ieri sera nel corso di più partecipazioni a trasmissioni televisive.
Per sostenere la richiesta di impeachment del Capo dello Stato, avanzata dal movimento M5S, Di Maio ha ipotizzato che in caso di vittoria elettorale del M5S e LEGA l’accordo per formare un governo sarà ricercato e, ove raggiunto, l’indicazione del premier e la lista dei ministri da presentare a Mattarella saranno uguali a quelle presentate l’altro ieri.
Di Maio prosegue immaginando che analoga indicazione del premier e ad analoga lista dei ministri produrrebbero lo stesso rifiuto opposto oggi.
Difficile non dare ragione a Luigi Di Maio non tanto perché lo ha detto lui ma perché gli immeditati sondaggi sul voto di ottobre danno la coalizione M5S e Lega oltre il 54% del consenso popolare.
Le stesse dichiarazioni con le quali Salvini e Di Maio danno per scontata la validità anche in campagna elettorale del contratto di governo sottoscritto rende evidente che a ottobre si ripresenterà a Mattarella lo stesso problema SAVONA, oppure così come si può ben capire leggendo il post di Carmine Fioriti dal titolo “IL PROBLEMA NON È MAI STATO IL PROF. SAVONA” la presenza di SALVINI al Ministero dell’Interno.
Lo hanno ben capito i grandi quotidiani, la Chiesa, Confindustria e altri poteri “forti” che si stanno dando un gran d’affare per fare comprendere al “popolo” che non è possibile uscire dall’Europa dei tedeschi e francesi che hanno sempre pensato d’essere i detentori della “verità” nonostante che la storia li abbia sempre visti sconfitti quando hanno voluto esportare oltre i loro confini quelle idee di grandezza poi sconfitte a Waterloo e Stalingrado.
Quello che invece i dotti editorialisti grandi quotidiani hanno ben capito, ma non vogliono ammetterlo, è che Lega e M5S non hanno mai detto di voler uscire dall’euro ma hanno sempre detto che è necessario rinegoziare la posizione italiana dentro quel contenitore dell’Unione che ormai sta stretto a tutti tranne che a francesi e tedeschi.
Questi dotti editorialisti non hanno ancora capito che la “partita” non si gioca più fra M5S-Lega e Quirinale. La partita si gioca fra oltre 17 milioni di elettori che hanno votato i due partiti ed il Quirinale.
A maggior ragione la distanza esistente fra Quirinale e elettori aumenterà fintanto che esponenti di rilievo della UE come il commissario Ue Oettinger continueranno a dire “I mercati insegneranno agli italiani a votare in modo giusto”.
Più si va su questa strada dell’insulto verso gli Italiani senza che il Quirinale intervenga in difesa della dignità dell’Italia più il voto di ottobre sarà un referendum sulla permanenza di Mattarella sul colle più alto.