GLI HA FATTO CALARE LE BRACHE
di Giorgio De Biasi
Alcuni l talk show ovvero programmi televisivi e radiofonici che vedono protagoniste le parole della sinistra estrema più oltranzista con i rispettivi conduttori, continuano a indicare SALVINI come il male assoluto per l’Italia e per l’Europa.
Male assoluto che i media comunisti con la benedizione della Chiesa cattolica individuano nel programma politico sovranista, filorusso e anti europeo che la Lega, secondo loro, persegue.
Anche se il Matteo è ormai fuori, per sua volontà, dalla stanza dei bottoni, queste trasmissioni e taluni quotidiani non gli riconoscono la sua evidente e indiscutibile vittoria in materia di immigrazione.
Nel mentre la negano si compiacciono dei buoni risultati ottenuti in Europa dove Germania e Francia in primis hanno ammorbidito la “linea dura” di Dublino favorendo il raggiungimento del recente accordo di Malta.
Inoltre, mentre Salvini lasciava il governo, con un isolamento ancora tutto da spiegare, questa Europa inoltre capiva che forse (siamo ancora al forse) la politica monetaria sin qui adottata doveva essere rivisitata.
A questo punto è possibile senza ombra di dubbio alcuno affermare che: “Scongiurato, per colpa sua, il pericolo SALVINI tutto è stato rimesso in discussione” così come è possibile riconoscere che il SALVINI era e resta per l’Europa un grave pericolo che deve essere, isolato, combattuto e sconfitto.
E quale migliore strumento poteva trovare questa Europa per neutralizzare Salvini se non quello di raccogliere al volo il suo errore, rifornendo immediatamente con un piano ben congegnato le truppe politiche Italiane a lui avverse.
Per una sconfitta definitiva del pericoloso esercito di Salvini era necessario per l’Italia e per l’Europa, trovare quel Henri-Philippe-Omer Pétain che potesse guidare, ora come allora, un governo collaborazionista.
Trovato e benedetto il nostro Pétain tutte le porte che prima erano chiuse sono ora magicamente aperte e tali resteranno fintando che quella collaborazione degna del governo di Vichy sarà assicurata.
Ora la domanda diviene spontanea e semplice: “Ma se Matteo SALVINI con la lega avessero scelto la strada del governo collaborazionista di Vichy, l’Europa avrebbe aperto quelle porte che ha aperto ora con l’attuale Governo?”
La risposta è altrettanto semplice: “No, non le avrebbe aperte perché la Lega ancor prima di Salvini è da questa Europa considerata quale soggetto politico sovranista e nazionalista che, seppure votata e per forza accolta nel Parlamento Europeo in quel contesto deve essere messa nelle condizioni di non fare danni perché ritenuta pericolosa.”
Ecco perché è facile dimostrare che il mutato atteggiamento dell’Europa verso l’Italia non è determinato dal collaborazionismo dell’attuale governo di Vichy ma è frutto di quella politica che in Italia ed in Europa la Lega con un Salvini, aiutato da Fratelli d’Italia ma anche dal M5S, ha attuato per 14 mesi.
È stata la paura, la forte paura di Salvini e della destra italiana che ha obbligato l’Europa a cedere, a determinarsi di rivedere Dublino concedendo al Governo di Conte il minimo indispensabile per vivere così come la Germania concedeva il minimo al Governo di Vichy.
Salvini pur avendo perso ha in sostanza ottenuto quello che voleva dall’Europa e quindi può essere considerato vincitore perché è grazie a lui ed alla Lega che Germania e Francia hanno “calato le brache”.