di Giorgio De Biasi
Parto da questi titoli di HUFFPOS e Corriere della Sera:
• Missili su tutta l’Ucraina. Nuovo assalto all’Azovstal, i russi bloccano le uscite. Pesanti combattimenti nel Donbass. Kiev chiede “un posto riservato nell’Ue”. Svezia e Finlandia accelerano sulla Nato ma il Cremlino avverte: “In caso di adesione prenderemo contromisure militari”
• Mosca: rischio di guerra nucleare. Zelensky: «Putin non salverà la faccia. Mai la Crimea russa, ma ora lasciamola da parte»
E, preciso.
Per oltre 40 anni ho svolto il mio compito operativo nella Polizia di Stato rispettando quella sacrosanta legge che impone ad un investigatore di ricercare sempre le prove dell’innocenza ancor prima di quelle della colpevolezza del sospettato o dell’indagato.
Con questo convincimento che non abbandono anche da 76enne pensionato ho seguito la nascita e seguo lo svolgersi del conflitto ucraino russo, tentando inutilmente di districarmi nella perniciosa disinformazione distribuita non solo dell’una e dell’altra parte in conflitto ma anche, cosa gravissima, dai nostri talk show italiani dove si fa a gara per dimostrare chi è più amico di Zelenski o più nemico di Putin.
Io non sono amico e nemico né dell’uno né dell’altro ma sono fermamente critico nei confronti di una NATO che, a mio avviso, è andata ben oltre i compiti assegnategli dalle Nazioni che la compongono.
La NATO non è l’Europa e l’Europa non è più una colonia U.S.A. da quando è crollato il muro di Berlino ovvero da quando la Germania si è riunificata e l’U.R.S.S. si è disciolta senza che un solo colpo di cannone sia stato sparato grazie ad un Gorbaciov al quale non uno ma sette premi Nobel per la pace dovrebbero essere concessi.
Fatta questa premessa aggiungo d’essere convinto che la democrazia non si può esportare con le armi. La democrazia la si esporta con il successo sociale ed economico delle società democratiche.
E poi, a scanso di equivoci preciso di far parte di quel sempre più vasto schieramento popolare che ritiene che se Biden vuole fare la guerra alla Russia, tramite l’Ucraina, è affar suo e non dell’Europa.
Di certo io non ho alcun interesse a sostenere un conflitto fra U.S.A. e Russia.
Sono però preoccupato, molto preoccupato su questa scalata verso la “lunga guerra”, vero la “armi proibite”, verso il “nucleare”.
Sono tanto preoccupato da questo Biden che non si sta zitto e da questo Jens Stoltenberg che getta benzina sul fuoco certo non a nome mio ma, verosimilmente, a nome di una NATO governata dagli U.S.A.
Sono addirittura terrorizzato dall’atteggiamento di un Putin con non gode della mia fiducia perché, quello lì, è capace di spingere per davvero “il bottone” se la NATO continua a mettergli missili con testata nucleare nel giardino di casa sua.
Io non voglio far crescere Pietro e Alberto con sopra la testa una guerra che non è la guerra dei loro genitori e dei loro nonni.
Io non voglio mettere sulle spalle dei miei due nipoti il debito che dovremo sicuramente contrarre per continuare nel tempo e per lungo tempo ad inviare armi in ucraina acquistandole da altri perché l’Italia non ne ha abbastanza.
Io non voglio che Pietro e Alberto crescano ascoltando quei talk show italiani dove si fa a gara per dimostrare chi è più amico di Zelenski o più nemico di Putin.
IO NON CI STO ma posso però fare una cosa.
L’anno prossimo posso “votare” e convincere gli amici a “votare” quei partiti politici italiani che capiscono la mia paura e si diano da fare per farmela passare con i fatti e non con le chiacchiere in televisione.
Dimenticavo: dal prossimo 2023 non rinnoverò l’abbonamento al Corriere della Sera.
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