di Luciano MENEGHETII
Toni Capuozzo continua a sostenere che Bucha è stata, con molta probabilità, una messinscena degli ucraini, con lo scopo di spingere l’Occidente ad accettare il blocco del negoziato per un cessate il fuoco.
L’Occidente sarebbe stato subito al gioco, dando enorme risalto al presunto massacro a sangue freddo di civili inermi e senza preoccuparsi di verificare i fatti, presi per buoni e a scatola chiusa come dichiarati dagli ucraini, per il comune interesse di convincere le opinioni pubbliche dei paesi europei (i cittadini americani non si interessano molto della guerra in Ucraina), della necessità di continuare la guerra fino alla vittoria sulla Russia.
Infatti ieri il Pentagono ha emesso un comunicato in cui si afferma che i russi possono perdere la guerra.
Premesso che se questo è vero, il voler continuare questa carneficina avrebbe finalmente almeno un senso, terribile, cinico, ma comunque lo avrebbe, cioè quello di arrivare alla vittoria.
Tuttavia Toni Capuozzo non è l’ultimo arrivato. Ha fatto per anni l’inviato di guerra e ha visto e conosciuto quasi tutti i teatri di guerra del mondo e i massacri degli ultimi decenni.
Rischiare la propria reputazione con affermazioni così forti, se Bucha invece è reale, sarebbe demenziale per lui.
In ogni caso ciò che non si può accettare, per chi ama la libertà e la democrazia, è la demonizzazione di Toni Capuozzo, che i media e una parte della politica sta facendo in queste ore.
Dipingere come il “nemico” da silenziare, tutti coloro, come il professore Orsini o Toni Capuozzo, che avanzano dubbi o propongono analisi diverse sulla guerra rispetto a quella dei governi europei, è un metodo “fascistoide” che non si può accettare, neppure in nome delle esigenze della propaganda di guerra.