L’attentato di Nizza
di Giorgio De Biasi
L’attentato terroristico di Lione che ha causato la morte di tre innocenti non può e non deve passare inosservato al Governo italiano ed al Ministro dell’Interno Lamorgese, specie se sarà compiutamente ricostruito il transito sul territorio italiano del terrorista tunisino, ma anche e soprattutto, per le motivazioni che hanno consentito di non trattenerlo in un centro di identificazione in attesa del rimpatrio.
Se all’attuale Governo ed al Ministro Lamorgese può essere addebitata la responsabilità di una inopportuna apertura all’immigrazione clandestina, giustificata dall’aspetto umanitario dei salvataggi e delle accoglienze, non può essere certo attribuita la responsabilità di quanto accaduto a Nizza.
Ma l’accaduto dimostra quanto sia inopportuna e pericolosa la modifica del “decreto sicurezza” di Salvini che ha introdotto il meccanismo della “protezione umanitaria” ora ridenominata “speciale”.
Certo. Quando lo straniero è sbarcato clandestinamente a Lampedusa e dopo la sua discesa dalla nave quarantena a Bari non era ancora un terrorista “di fatto” ma, sicuramente, era nelle sue intenzioni diventarlo visto che l’attentato terroristico lo ha poi compiuto.
Le dimissioni del Ministro Lamorgese chieste da Salvini sembrano più legarsi ad una necessità politica che non a quella oggettiva della responsabilità, mentre la preoccupazione esternata dall’Onorevole Meloni quando afferma che transito del terrorista tunisino in territorio italiano potrebbe portare ad un “isolamento” dell’Italia, appare ed è una ipotesi da tenere in seria considerazione.
In effetti la facilità con la quale il terrorista dopo essersi mosso facilmente ha colpito in una importante città francese posizionata subito dopo il confine potrebbe davvero indure gli Stati confinanti come Francia, Austria, Svizzera, Slovenia ma anche la Germania a “serrare i confini” ancor più di quanto stanno facendo rifiutando anche ad accogliere migranti provenienti dall’Italia.
Anche se l’attentato di Nizza sia solo da collocarsi all’interno della vicenda che vede la Francia difendere la sua “laicità” nei confronti dell’avanzata del proselitismo islamico attuato soprattutto con l’invio nelle Moschee francesi di “IMAM” retribuiti dai loro Governi, è necessario sottolineare che il transito del terrorista nel territorio italiano pone un serio problema al Ministro Lamorgese e, cosa non da poco, può rendere difficoltosa l’approvazione in parlamento del decreto che modifica dei decreti Salvini.
Ma dubito che l’accaduto possa “fare aprire gli occhi” al Governo.