È curioso notare come non appena l’inflazione salga, i governi tendano a reiterare la millenaria fallimentare esperienza del controllo dei prezzi e/o dei salari.
Dal Codice di Hammurabi agli Antichi Egizi, dai programmi di controllo “volontario” dei prezzi dell’Amministrazione Carter ai price caps attuali sul gas, non vi è stato un solo caso in cui i governi abbiano avuto la meglio -se non temporaneamente e con importanti effetti rebound- su inflazione e contrazione dell’offerta per il tramite del controllo dei prezzi.
Il controllo dei prezzi tende a generare mercati neri e grigi alterando il valore segnaletico verso produttori e consumatori: il prezzo artificialmente basso non riduce la domanda dei consumatori e non contribuisce all’ aumento dell’offerta.
Dal monarca egiziano Henku (2830 a. C.) che sulla sua tomba fece scrivere «Fui signore e sorvegliante del grano del sud in questo nome», al re dei Sumeri Urakagina (2350 a.C); dai babilonesi, alla dottrina economica del confucianesimo espressa nel “Sistema ufficiale di Chou”, un manuale usato dai mandarini della dinastia Chou sotto la quale visse Confucio, passando per gli scritti del filosofo indiano Kautilya -conosciuto anche come Vishnugupta- ideologo e king-maker di Maurya Chandragupta salito al potere nel 321 a. C. nonché autore dell’ Arthasastra (il cosiddetto “Manuale dei Prìncipi) che dedicò il capitolo della “Protezione contro i mercanti” al controllo dei prezzi del grano; dagli antichi greci agli antichi romani -che con la Lex Licina Sextia introdussero un primo controllo sul costo del danaro e che con la Lex Sempronia Frumentaria introdussero il controllo sui prezzi del frumento- sino ai fallimenti di Nixon: tutti hanno provato a controllare i prezzi di qualcosa fallendo sistematicamente.
Dal 15 agosto 1971 al 30 aprile 1974, il governo americano impose diversi livelli di controllo dei prezzi: durante questo periodo, il WPI salì del 12% y/y ed il CPI del 7,2% y/y; nei 12 mesi precedenti salirono invece, rispettivamente, del 3,3% e del 4,3%.
Particolarmente fallimentare fu la “Fase 4” dei controlli, inaugurata da Nixon il 12 agosto 1973: George Schultz, all’ epoca Segretario del Tesoro americano, andò in tv a dire che l’obiettivo dell’Amministrazione fosse quello di ridurre l’inflazione al 3% o meno. Nel corso dei 9 mesi della “Fase 4” il WPI salì del 18,3% ed il CPI dell’11,4%.
I governi possono cambiare benchmark e variare la struttura degli indici ma la storia ci dice che non riescono a controllare i prezzi di nulla, men che meno di beni sulla cui offerta non hanno alcuna o scarse possibilità di azione.
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