
di Luciano MENEGHETTI
Io dico di no.
In tutti i paesi occidentali stanno licenziando gli artisti, musicisti, attori e cantanti russi che non abiurano, che stanno in silenzio sull’invasione dell’Ucraina e non criticano pubblicamente il loro paese.
Apripista di questa pratica è stato il sindaco di Milano Sala che, qualche giorno fa, ha licenziato il grande maestro d’orchestra russo Giergiev, che doveva dirigere alla Scala.
Non ci accorgiamo che così ci comportiamo come Putin, come dei dittatori qualsiasi, che fanno lavorare solo chi appoggia il governo?
Non è democratico questo modo di fare, contro persone che, fino a prova contraria, non sono colpevoli delle scelte di chi governa il loro paese.
Non ci si accorge che così ci si mette sullo stesso piano di Putin?
Se siamo democratici, possiamo permetterci di licenziare artisti, solo perché non abiurano pubblicamente il loro paese d’origine?
Forse nel 1956 e nel 1968 in Occidente sono stati licenziati tutti quegli artisti e intellettuali comunisti che non criticavano o addirittura consideravano giuste le invasioni di Ungheria e Cecoslovacchia da parte dell’URSS?
La differenza è che probabilmente l’Occidente in quegli anni aveva una concezione della democrazia più vera e sincera di quella che ha oggi