L’incapacità della sinistra di comprendere il nuovo e guidare il cambiamento.
Realizzare Insieme ha sempre ricercato nelle dichiarazioni ufficiali, nelle prese di posizione pubbliche come negli interventi in sede parlamentare della maggioranza e dell’opposizione
gli aspetti positivi per poi valutare tutte le negatività che gli uni evidenziano nell’operare degli altri.
Oggi, al termine delle manifestazioni indette dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ed anche dopo le celebrazioni ufficiali con la partecipazione del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio dei ministri e di molti Ministri, Realizzare Insieme reputa opportuno fare conoscere ai propri iscritti un ponderato parere sull’argomento tenendo conto della condizione politica in cui versa oggi l’Italia che illumina:
• Una destra che edulcora le sue posizioni per evitare ogni frizione con l’Europa, con la Magistratura e con la Presidenza della Repubblica;
• Una sinistra che non ha ancora assorbito la sconfitta elettorale che, per contro, ha assegnato al centro destra una maggioranza parlamentare in grado di governare per l’intera legislatura;
• Una totale occupazione dell’informazione da parte della sinistra che mal sopporta la perdita di potere conseguente alla vittoria del centro destra;
• Un’Europa che non ha sin qui ravvisato una pericolosa deriva antidemocratica nelle decisioni assunte dal Governo Meloni;
• Una Presidenza della Repubblica che, seppure nella legittimità del suo operato, è quasi costretta ad attuare una politica di opposizione credibile di fronte dell’inconcludenza ed incapacità della sinistra e del M5S di svolgere un’opposizione reale ed efficace.
Di fronte a questa composita realtà Realizzare Insieme giudica positivamente il pensiero del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia MELONI espresso nella sua lettera di ieri al Direttore del Corriere della Sera e pubblicità sul quotidiano.
Realizzare Insieme, invece, non condivide tutte quelle critiche pervenute dalla sinistra oltranzista nonché da opinionisti, ex parlamentari ed analisti politici, i quali evidenziano che nella lettera non si legge una netta presa di posizione contro il fascismo che, secondo costoro, poteva essere chiara solo nel momento Giorgia MELONI, oltre che ad abiurare il fascismo, doveva dischiararsi apertamente antifascista.
Ove poi ci si fermasse a riflettere sulle parole del Presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia che afferma: “La radice della nostra storia repubblicana è antifascista. Per questo spiace che Giorgia Meloni, pur in uno sforzo che le riconosciamo ma che mantiene una evidente reticenza, non riesca a dichiararsi antifascista”, appare oltremodo evidente la volontà della sinistra di continuare ad utilizzare nel tempo, o almeno fintanto che il centro destra governerà, lo scudo dell’antifascismo militante per sopperire alle difficoltà del PD di elaborare ed attuare una costruttiva politica economica e sociale capace di attrarre quel consenso popolare necessario per governare.
Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, cultura, culture e memoria del Partito Democratico, dichiara: “Per noi resta la Festa della Liberazione perché senza la liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stata la libertà. È evidente quindi che permane una grave reticenza che non è superata dalle parole”. (ANSA).
Confrontando il pensiero del Presidente del Consiglio alle prese di posizione contrarie alla sua lettera nella quale le “debite distanze” dal fascismo risultano chiare ed inequivocabili, Realizzare Insieme assegna alle parole di Giorgia MELONI un valore positivo contro il quale ogni “alzata di scudo” evidenzia la scelta della sinistra di condure una battaglia di retroguardia che è costretta a combattere sia per arginare la vittoria del cento destra e sia per le sue difficoltà politiche di comprendere e sapersi correlare con il nuovo che avanza in Italia e in altri Stati Europei.
Stupisce infatti che la sinistra non riesca ad accettare che in Italia “siamo tutti antifascisti” rispetto al fascismo alla sua organizzazione, alle sue alleanze internazionali, ai suoi riti, alla sua cultura, esternazioni, così come si dispiegò dagli anni 22 al 45.
Questo però non vuol dire che idee di ordine, produttività, rigore, moralità pubblica, cultura, tradizioni, ragionata e ponderata accoglienza e quant’altro possano essere superficialmente etichettate come “fasciste” solo per affermare comportamenti e stili di vita in cui la maggioranza degli italiani non si riconosce
Milano 26 aprile 2023 – 17,05