Mercoledì – Mercato di Via Zuretti
di Giorgio DE BIASI
Milano MM3 – GIALLA da Sondrio a Duomo
Oggi 19 dicembre 2018 alle ore 10,03 sono salito sulla metropolitana gialla M3 di Milano alla Stazione di Sondrio dovendomi recare in Piazza Duomo per fare il tagliando alle mie orecchie bioniche.
Folla, folla e poi ancora folla. Nessuno sguardo era perso nel vuoto. Tutti gli occhi, dico proprio tutti, erano concentrati sui telefonini che erano “smanettati” con una velocità non inaspettata nei giovani ma sorprendente negli anziani.
Giovani, anziani, italiani e stranieri di varie etnie, nessuno guardava nel vuoto o correva appresso ai suoi pensieri. Tutti erano inchiodati al display del loro telefonino.
Tutti tranne che io me stesso medesimo ed una signora distinta sui 60-65 che indossava un cappotto di ottima taglia e si sorreggeva con un bastone con la sinistra mentre la destra era ancorata al “tubo” che isola la porta dai sedili.
Sedute davanti noi due donne sui 25 anni, ma non più, che smanettavano guardando le frasi o le figure che uscivano sul display dell’una e dell’altra.
Non uno sguardo verso la signora in evidente difficoltà. Nulla fintanto che alla fermata di Repubblica, faccio finta di perdere l’equilibrio e vado a sbattere contro una delle due che mi guarda. La guardo e con la mando indico la signora come per dire: “ma la vedi o no. Cosa aspetti ad alzarti.”.
Nulla. Non è successo nulla. Non mi è rimasto che chiedere scusa ma lei era già immersa nel suo mondo telefonico.
La signora ha compreso. Mi ha rivolto uno sguardo triste quasi a dirmi. “Che cosa ci possiamo fare”.
Avrei voluto rispondere che: “Noi signora quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto con i nostri figli che non sono così prepotenti e male educati. Speriamo che i nostri figli facciano lo stesso con i nostri nipoti.”
Io lo so. Mi conosco. Se mi arrabbio la fibrillazione mette il turbo ed i 6 “stent” che ho nelle arterie rischiano di saltare fuori. Così sono stati zitto è mi sono ammutolito così come fanno quelle vecchie locomotive a vapore che smettono di fischiare quando vengono depositate sul binario morto della loro fine.
Ma la sconfitta non è la mia così come non è di quella signora. La sconfitta è di quei genitori di quelle due donne, ingrate e male educate da genitori altrettanto ingrati e male educati.
La colpa non è di chi “non sa invecchiare” perché invecchiare è faticoso specie quando nessuno ti aiuta a rialzarti quando inciampi e cadi.
La colpa terribile è di tutti quei giovani che compiendo quel gesto appena descritto certificano il loro disprezzo per l’anziano. Cretini veri.
Poi mentre facevo il tagliano ai miei orecchi bionici ripensavo a quelle due giovani donne e mi dicevo: “Ma guarda forse quelle due cercavano nel display del telefonico quella serenità e felicità che non trovano altrove e che, grazie a Dio, io ho trovato nella mia famiglia dove è acceso un solo computer grazie al quale io posso dialogare con voi di cose importanti come sono gli auguri che io vi invio come vecchio che non smette di sognare.”
Auguri