
di Luciano MENEGHETTI
Molti cittadini toccano con mano ogni giorno i tempi della giustizia e di lavoro dei magistrati italiani.
Quando essi presentano denunce, passano mesi prima che ci sia una presa di posizione delle Procure della Repubblica, con l’avviso di chiusura indagini all’indagato, se ritenuto colpevole, o con la richiesta di archiviazione, se ritenuto innocente.
E non per denunce di chissà quale complessità, ma per brevi notizie di reato con indagato noto e su fatti molto semplici e in cui le pagine da leggere e analizzare sono pochissime: violenze, diffamazioni, stalking, maltrattamenti, ecc. ecc.
Ebbene, nel caso della denuncia di Renzi per abuso d’ufficio contro i PM che lo indagano per finanziamento illecito nell’inchiesta “Open”, anche per violazione delle sue prerogative costituzionali di senatore, con centinaia di pagine da leggere, analizzare e valutare e una denuncia già molto complessa in sé dal punto di vista giuridico, i magistrati dopo solo 10 giorni hanno chiesto l’archiviazione.
I loro colleghi PM, che hanno indagato Renzi, sarebbero immacolati.
Ora, non possiamo certo dire che i magistrati denunciati da Renzi siano colpevoli.
Ma che dopo soli 10 giorni i loro colleghi ci vengano a dire che hanno esaminato tutto e che i PM denunciati sono innocenti, fa morire dal ridere, per non piangere.
La difesa corporativa, di classe, a prescindere di questi magistrati, è troppo evidente e fa veramente dire che essi si fanno beffe della Costituzione.
Quello che ai comuni cittadini viene negato, cioè tempi rapidi della giurisdizione, viene garantito ai membri del clan.
Non solo, ma tra di loro si auto assolvono aldilà di quello che possono dire le carte, che in 10 giorni certo non hanno certo avuto il tempo di leggere e di studiare.
Per la magistratura italiana ormai il Marchese del Grillo è diventato un faro: “Io so io e voi non siete un c….”.😬