SALVAGUARDARE POLIZIOTTI, CARABINIERI E PUBBLICI UFFICIALI, PRIMA DI OGNI ALTRA COSA.
di Carmine FIORITI
Pur non volendo leggere i giornali, quotidianamente la cronaca ci riporta echi di fatti sempre uguali:
• Prende a sprangate i poliziotti. Era stato espulso due volte;
• Il sopralluogo in via Cuneo dove è avvenuta l’aggressione ai poliziotti
• Aveva già aggredito altri poliziotti il senegalese che ha colpito urlando “Allah è grande”
• L’aggressione a due militari e a un poliziotto in Stazione Centrale
• Poliziotto aggredito con una spranga a Verona
• L’infame aggressione a due poliziotti
• Pesanti offese agli agenti di polizia. Il risarcimento donato a pediatria
• Offese all’agente morto sull’A18
• Offese alla polizia su Facebook.
• Etc.etc.etc.
Ogni giorno più fatti riconducono allo stesso comune denominatore: l’offesa o l’aggressione alle Forze dell’ordine, ai pubblici ufficiali, agli incaricati di pubblici servizi.
Sembra essere in un Far West ove si spara sullo sceriffo, lo si offende, gli si sputa addosso di tutto, lo si denigra e lo si minaccia nella piena convinzione di una impunità sicura, dovuta anche e soprattutto alla mancanza di norme che tutelano gli uomini in divisa.
Eh si’, da quando la legge 25 giugno 1999, n.205, ha cancellato il reato di oltraggio ad un pubblico ufficiale, di cui all’art. 341 del codice penale, tutto è diventato possibile. Quindi offese ad autisti di mezzi pubblici, violenze ai controllori dei treni e soprattutto la sfacciata violenza verbale ai danni di Poliziotti e Carabinieri senza alcuna remora o timore.
Invero, con legge del 15 luglio 2009,n.94, l’oltraggio è risorto, ma la previsione che un minimo risarcimento estingua il reato ne inficia qualsiasi deterrenza nei confronti dei colpevoli. E questi, ovviamente, prolificano. Al danno, poi, si aggiunge la beffa quando, non di rado, gli autori sono “clandestini” che scompaiono immediatamente dopo la identificazione, ma, guarda caso, riescono a nominare un difensore di fiducia, grazie all’uso del gratuito patrocinio , ben conosciuto da qualsiasi extracomunitario, che potrà pure non parlare italiano o inglese, ma in tasca avrà sempre l’elenco degli avvocati che praticano tale istituto, difficilmente goduto da qualsiasi cittadino italiano, per effetto del possesso di un pur minimo reddito.
Ora, però, gli avvenimenti hanno preso il sopravvento su qualsiasi buona intenzione del legislatore, sia abrogante che riproponente, e la realtà di ogni giorno è che 10, 100, 1000 pubblici ufficiali vengono impunemente oltraggiati, derisi, ingiuriati, offesi e vilipesi in modo sfacciato e spudorato.
Allora che fare?
Semplice e necessario: aumento del massimo edittale della pena prevista dalla nuova versione dell’oltraggio, prevedere delle aggravanti specifiche che costituiscano davvero dei “disincentivi” per tutti i malintenzionati ed assicurare la prenotazione di posti nelle patrie galere solo, però, ai cittadini dello Stato. Per gli altri – che sono la maggioranza – dovrebbero materializzarsi degli accordi bilaterali che prevedano l’immediato sconto della pena nei propri paesi di origine, ove la cella ha qualche comfort in meno rispetto a quelle italiane…