di Luciano MENEGHETTI
Alla luce del discorso di Biden oggi, la possibilità di una “escalation” nucleare della guerra in Ucraina si fa sempre più concreta.
Se, infatti, la guerra dichiarata dagli Stati Uniti e dall’Europa contro la Russia, attraverso le sanzioni e le armi all’Ucraina, mirano, come detto oggi dal Presidente americano, a deporre Putin, la risposta di quest’ultimo non potrà non essere una reazione militare contro l’Occidente.
Una risposta militare di tipo convenzionale contro la Nato sarebbe tuttavia velleitaria e, quindi, essa ben presto, inevitabilmente, si trasformerà in un conflitto nucleare.
A quel punto ognuno di noi non potrà più fare affidamento, per sopravvivere, sulla protezione di strutture statuali, che non esistono.
In Italia non esistono, infatti, bunker atomici in cui potersi riparare.
L’unica via, almeno provvisoria, di salvezza, per qualcuno, saranno le cantine e le taverne delle case che ne sono provviste.
Esse infatti sono nel sottosuolo, unico luogo che, nell’immediato, possono garantire un minimo di protezione.
È vero che le nostre cantine e taverne non hanno muri spessi in cemento armato e porte in ferro, come i bunker, ma comunque solo lì ci si potrà, almeno nell’immediato, rifugiare.
Un consiglio è quello di accertarsi, però, che esse abbiano uno sbocco per l’aerazione.
Tale apertura, certo, non avrà le protezioni contro le radiazioni, ma purtroppo questo è.
Una cosa che anche si può cominciare a fare, oltre ad allestire cantine e taverne per trascorrervi giorni, è cominciare ad ammassarvi viveri.
Per quanto?
L’esperienza di Hiroshima e Nagasaki è stata che nei primi 5 giorni dallo scoppio della bomba l’aria rimane infuocata, soprattutto a causa delle radiazioni che nei primi giorni letteralmente “pelavano”, togliendo la pelle, chi si trovava all’aperto.
Quindi, per almeno una settimana bisogna stare rintanati sottoterra.
Ho scritto cretinate? Lo spero.
Ma fino a qualche tempo fa sembrava una barzelletta.
E invece quelli che ci governano fanno sul serio, purtroppo.