IL MERCATO DI VIA ZURETTI
di Giorgio DE BIASI
Berlusconi dichiara a Radio Italia 24: “Il Pd sta al 21%, il M5s al 27%, il centrodestra attorno al 39,40%: solo noi possiamo assicurare una maggioranza di governo. Io dico no ad ogni altro governo che non esca dalle urne. “Siamo gli unici a poter sperare di arrivare al 40%, anzi noi speriamo al 45%, per dare una solida maggioranza di governo”.
Nel vero, tracciando una media di tutti i vari sondaggi effettuati sulle intenzioni di voto e pubblicati in questi giorni è possibile prevedere che il risultato elettorale non sia molto distante da quello sintetizzato nella sottonotata artigiana tabella artigiana
CENTRO DESTRA 37%
CENTRO SINISTRA 24%
M5S 27%
LIBERI EGUALI 6%
Mancano all’appello gli indecisi che così possiamo quantificare:
NON SO ANCORA CHI VOTARE 13%
VOTO SCHEDA BIANCA 2%
NON VOTO 32%
Questa oggettiva situazione evidenzia le serie difficoltà che i partiti dovranno affrontare per dare all’Italia quel Governo che, sicuramente non uscirà dalla gabina elettorale, ma dalla capacità negoziabile di Berlusconi qualora il risultato anche se inferiore al 40% sarà da lui raggiunto.
Sotto la soglia del 40% Centro Destra o Centro Sinistra dovranno ricercare, tramite negozi politici, di raggiungere la maggioranza dei seggi parlamentari per procedere, alla formazione di un governo credibile capace di attuare i programmi illustrati in campagna elettorale.
Il negoziato politico non dovrebbe incontrare grosse difficoltà. Il manuale Cencelli per i Ministeri e Sottosegretariati funzionerà dovere.
Le difficoltà insorgeranno, per il centro destra ma anche per il centro sinistra durante la legislatura quando, la coerenza politica dei vari partiti – ammesso che esista – li obbligherà a estenuanti e dannose trattative sulle leggi da votare che risulteranno contrarie e/o difformi da quelle promesse in campagna elettorale. e/o difformi dalla propria ideologia.
Basti qui pensare alle diverse soluzioni del problema immigrazione indicate da Forza Italia e dalla Lega così come la diversa soglia della Tassa Unica (Flak Tass brutto termine inglese che scrivo malvolentieri) indicato rispettivamente al 21 e 15% dalle due principali forse politiche del centro destra.
Analogamente sarà difficile per il centro sinistra, seppure a governo varato, votare all’unisono per lo “jus sol” e altre leggi che pongono in conflitto ex comunisti, ex democristiani ed ex bolscevichi.
Nel corso di un’intervista rilasciata ieri sera alla 4 Berlusconi ha ammesso, che taluni punti del programma sottoscritto davanti a Vespa non si sono realizzati per l’opposizione degli alleati di governo (vedi Lega).
Partendo da qui e atteso che il programma elettorale è unico e sottoscritto da tutte le forze della coalizione, è possibile chiedersi se i “rapporti di forza” fra i partiti all’interno delle coalizioni saranno in grado di superare quegli ostacoli che qui si ipotizzano ma che si realizzeranno nel corso del tempo.
Ecco quindi che emerge il vero problema o meglio il vero pericolo a cui l’Italia va incontro anche se le elezioni legittimeranno anche oltre il 40% una coalizione
Il pericolo è rappresentato dalla fragilità delle coalizioni stesse all’interno delle quali non emerge un vero soggetto capace di guidarle isolando, al tempo stesso ed al suo interno, tutte le posizioni estreme, populiste e demagogiche.
Se questo compito non sarà svolto il pericolo rappresentato da un governo che cade perché perde pezzi della maggioranza si materializzerà facendoci ritornare a quella prima repubblica dove un governo democristiano formato dai “basisti” veniva mandato a casa dai “dorotei” alleati con gli “andreottiani”.
I governi cadranno, come ai vecchi tempi, non per i colpi della minoranza ma per gli agguati interni maggioranza.
Questo aspetto della politica – che da sempre tinteggia le mura delle sedi dei partiti politici – (Renzi manda via Letta, Salvini liquida Maroni) impone all’elettore di scegliere se affidare la sua fiducia al partito in cui crede anche sapendo che non raggiungerà la guida della coalizione, oppure votare quel partito che ha le potenzialità per raggiungere la guida della coalizione garantendone la sua stabilità?
Come si vede dalla tabella la scelta non appare difficoltosa per l’elettore di centro sinistra dove il PD di Renzi risulta già egemone.
PD 23%
Più Europa CD 2%
Forza Italia 16%
Lega 14%
Fratelli d’Italia 4%
Noi con l’Italia 2%
M5S 27%
Diversa è più difficile la scelta per l’elettore di Centro Destra dove Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia risultano essere due patiti politici che, seppur importanti, non saranno in grado di assicurare la guida della colazione garantendone la stabilità.
Forza Italia 16% e Lega 14% sono i due veri “avversari” che possono contendersi la guida della coalizione che, proprio per questo “pareggio o vincita di misura” risulterà instabile.
L’elettore di centro destra ha quindi innanzi a sé, in questa tornata elettorale, un duplice compito poiché dovrà eleggere i suoi parlamentari e, al tempo stesso, esprimere quel voto politico, squisitamente politico, che possa garantire una guida autorevole della coalizione ed una sua solida stabilità.
Qualora, durate la campagna elettorale, dovessero infittirsi i “DISTINGUO” che già si evidenziano fra Fora Italia e Lega e qualora il confronto per la conquista della Leadership della coalizione dovesse farsi aspro, il centro destra andrebbe incontro ad una perdita di consenso che finirebbe per danneggiarlo nel suo complesso.
Non è stato qui illuminato, mi riprometto di farlo in altro giorno di mercato, lo scenario politico del dopo elezioni ove si verificasse, per somma dei voti, la possibilità di un governo M5S-LEGA anche determinata da un possibile consenso di parte di quel 34% che dice di non avere intenzione di votare.
La maggioranza non è difficile da raggiungere con una Lega al 14%, un M5S al 27% più un ipotizzabile 8% degli indecisi. Si arriverebbe al 49%.
d.b.g.