
di Luciano MENEGHETTI
Le poche persone che non seguono in modo acritico e pecorile la propaganda dei nostri giornali e telegiornali sulla guerra in Ucraina, si sono chiesti fin dai primi giorni, come mai l’U.E. non abbia scelto la linea più logica e più aderente alla sua tradizione, cioè quella di porsi in posizione mediana tra le due superpotenze, la Russia e gli Stati Uniti, aderendo sì alle sanzioni ma lasciando la fornitura di armi all’Ucraina esclusivamente agli Americani, in modo da poter esercitare una funzione di mediazione tra le parti.
La spiegazione, secondo me, è duplice.
Il primo motivo è la cattiva coscienza dell’Europa.
Sapendo bene i suoi governanti di avere, in qualche modo, favorito lo scontro con la Russia, per aver pervicacemente appoggiato la strategia statunitense in Ucraina mirante a portarla nella Nato, fin dai tempi del colpo di stato contro Januchovich nel 2014 e avendo manifestato disinteresse per la guerra civile scatenatasi per 8 anni nel Donbass, i governi europei si sono sentiti in colpa. Abbandonare gli ucraini alle bombe russe, senza fare il gesto di aiutare concretamente la loro autodifesa, gli sarebbe sembrato un gesto di vigliaccheria.
Anche se dare le armi e non soldati, per guardare la guerra dal divano di casa, è ugualmente da vigliacchetti.
Il secondo motivo dell’assurda e autolesionista strategia europea è una sorta di “sindrome dell’appeasement”.
Gli uomini e le donne che governano l’Europa sono di una generazione cresciuta nell’incubo di non fare come Neville Chamberlain nel 1938, accusato in tutti i libri di storia di aver favorito, con la sua politica dell’appeasement (acquiescenza), cioè della ricerca del compromesso con Hitler, lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Non va infatti dimenticato che quando nel 1940 Hitler sconfisse la Francia e imbottigliò l’esercito britannico a Dunkerque, Hitler offrì alla Gran Bretagna di trattare la pace.
Chamberlain era d’accordo, così l’Inghilterra sarebbe uscita dalla guerra.
Prevalse invece la linea di Churchill, della resistenza ad oltranza.
Non sappiamo cosa sarebbe successo se avesse prevalso la linea di Chamberlain, della pace separata con la Germania.
Una cosa è certa però: che la linea di Churchill, della guerra ad oltranza, fu possibile perché nel 1940 non c’era la bomba atomica.
Oggi, i nostri governanti europei, che si sentono tutti novelli Churchill, non tengono presente questo non trascurabile dettaglio.
Non cercare il compromesso, la pace con Putin, rischiando o sciegliendo (come vorrebbe Zelensky) la deflagrazione della terza guerra mondiale, rischia di portare all’olocausto nucleare.
Il Papà lo ha detto: “Dialogo non vuol dire azzerare le differenze, ma armonizzarle pur tenendole in piedi”, cioè vuol dire accettare il compromesso e mediare.
Purtroppo l’Europa vi ha rinunciato fin dall’inizio.