UN VOTO PER ANDARE OLTRE LE PRIMARIE
di Giorgio De Biasi
In democrazia corre l’obbligo di portare rispetto a quel milione e mezzo di persone che ieri si sono recate ai seggi delle primarie del PD per esprimere il loro voto di preferenza ad uno dei candidati. Rispetto per un “popolo” che ha partecipato con convinzione alla vita di un partito politico sonoramente sconfitto nelle ultime elezioni politiche e amministrative.
È ancora presto per dire se questa partecipazione possa trascinare l’elettorato verso un voto favorevole al PD alle prossime consultazioni europee, mente è possibile sin d’ora ipotizzare che il passaggio delle primarie e l’elezione di ZINGARETTI possa, questo sì, indurre molti elettori che hanno votato M5S a “rientrare” nelle file del PD con un voto a lui favorevole alle prossime europee.
Vista da destra questa prospettiva non è sicuramente positiva poiché un forte ridimensionamento del M5S in favore del PD – anche se non direttamente incidente sull’attuale composizione del Parlamento Nazionale – metterebbe in difficoltà il governo per la conseguente obbligatoria necessità di adeguare gli equilibri politici al mutato scenario.
Infatti, un significativo “recupero” del PD isolerebbe, di fatto, il M5S all’interno di un nuovo scenario caratterizzato da un bipolarismo sinistra-centro destra dove Salvini perderà i “gradi di capitano” perché dovrà giornalmente fare i conti con Berlusconi e Meloni.
L’innegabile forte partecipazione dei cittadini alle primarie del PD accende quindi un campanello d’allarme per Salvini e Di MAIO che, come ben presto si vedrà, imposteranno la loro campagna elettorale facendo molta attenzione a “non pestarsi i piedi” a vicenda.
Una vittoria della Lega accompagnata da un ridimensionamento del M5S e una crescita del PD condannerebbero SALVINI nelle mani di un centro destra che non potrà governare in solitudine come governa la Lega.
Maggio, però, è lontano e l’immigrazione e la lotta alla criminalità hanno ceduto il posto alla preoccupazione per il lavoro e l’economia mentre il costante riferimento alla necessità di introdurre una “patrimoniale” spaventa il ceto medio.
Tutto sommato la ragione della forte partecipazione alle primarie del PD non sono tanto distanti da questa analisi.
Le primarie di ieri se hanno aperto uno spiraglio per un novo PD hanno, di fatto, aperto un portone politico da dove un elettorato rifugiatosi nel M5S può liberarsi sia di DI MAIO che di SALVINI con la grande felicità di BERLUSCONI e RENZI.